Peppino Di Capri: non ci sono più le canzoni romantiche di una volta

UDINE. «Come la devo chiamare, signor Faiella?», «Peppino». Comincia così, con uno scambio di battute, l’intervista a un mito della canzone italiana, un esempio di garbo e stile non solo sullo schermo ma anche fuori dalle scene, questo scopriremo durante l’intervista che anticipa il suo arrivo a Udine.
Questa sera il re di “Champagne”, sarà il protagonista alle 21.30, del concerto promosso nell’ambito della rassegna Udine Vola 2020, inserita nel cartellone di Udine Estate 2020.
Un record di presenze a Sanremo, 35 milioni di dischi venduti, 519 brani scritti e un nuovo album, nel 2019 “intitolato “Mister Peppino di Capri”. «Avevo cominciato con le presentazioni e le serate, poi il virus a febbraio ha fermato tutti gli artisti». L’ album con dieci brani inediti, scritti da nomi importanti della musica italiana è cantato in napoletano, italiano e inglese. Canzoni d’autore che parlano d’amore, di vita vissuta, in cui la melodia ha grande importanza e così le parole.
«Di solito i colleghi escono con un “concept”, lavorano a un’idea, un tema. Io ho scelto invece dieci brani, uno diverso dall’altro, così ognuno che ascolta ha la sua canzone».
Questa sera, a Udine, l’artista caprese, con sessant’anni di carriera, unico cantante italiano a esibirsi sullo stesso palco nel nostro paese con i Beatles, canterà però quelle canzoni che lo hanno reso famoso in tutto il mondo, da “Roberta” a “Champagne”, da “Let’s twist again” (primo Disco d’oro con un milione e duecentomila copie vendute) a “St. Tropez twist”, da “Me chiamme ammore” a “Voce ’e notte”, da “Malatia” a “Nun è peccato” (un 45 giri che vendette un milione di copie), da “E mo’ e mo’” a “Il sognatore” e tanti altri successi ancora. «Il pubblico si aspetta che io canti i brani che mi hanno fatto conoscere».
La canzone romantica, chiediamo. Esiste ancora? «Non c’è più, almeno come la intendevamo un tempo, adesso l’estate consuma un motivo che non regge il passare del tempo. Ma l’usa e getta non mi fa paura, è una moda, una tendenza generazionale, inutile forzare la massa. Anche il Festival di Sanremo ha cambiato aspetto. Contano di più le parole, della musica».
Peppino Di Capri, classe 1939, vanta una lunga ed entusiasmante carriera musicale. Un percorso che è cominciato nel 1958, con il primo grande successo “Malatia”. Tradizione napoletana contaminata dal rock’n’roll e dal twist, si è imposto nel panorama musicale italiano già a partire dagli anni 60. Simbolo amatissimo della sua città natale, che ne ha amato e esportato lo stile da chansonnier, segnala tra i colleghi una netta predilezione per Tiziano Ferro «bella voce e un linguaggio attuale».
Di Laura Furci pianista e compositrice, paroliera e cantante dalla grande vena creativa che lo anticipa sul palcoscenico questa sera, riconosce «uno stile molto speciale, una bella voce e una personalità interessante, unica. Non copia nessuno».
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