Pietro Marzotto, l’industriale in cucina: il nuovo libro sarà presentato a Udine giovedì 31 ottobre

“Quando i figli di Pietro mi hanno chiesto se volevo cimentarmi nello scrivere di lui nei panni del cuoco provetto che è stato”, racconta l’autrice, “per qualche tempo mi sono chiesta se sarei stata capace di tracciare il ritratto.” Chi parla è Ciccinella Kechler, traduttrice, imprenditrice agricola e scrittrice di Non è sempre bacalà. Pietro Marzotto in cucina. Storia intima di un industriale italiano, tra ricette, mare e battute di caccia, titolo fresco di stampa per Gaspari (152 pagine, 19,50 euro), e che sarà presentato domani, giovedì 31, in Castello a Udine, alle 18.
Una prima nazionale prestigiosa, alla presenza di Umberto Enrico Libero Marzotto, autore dell’emozionante introduzione, figlio dell’imprenditore del tessile Pietro, scomparso nel 2018, protagonista di questa allegra passione, la cucina, condivisa e vissuta con felicità.
Un maestro di stile, Pietro Marzotto, che nell’arte del cucinare applicava quelle regole di perfezione, eccezionalità e sorpresa, dando verità alla materia prima, applicate da lui anche nella nota e fulgida vita professionale. A Udine sarà presente anche Vittorio Sgarbi, storico dell’arte e in questo contesto relatore; l’autrice dedicherà il suo libro. Ci sono tutti gli ingredienti per una serata imperdibile, -gustosa - e colta. (Prenotazione obbligatoria entro oggi via mail a bcusm@comune.udine.it)
Ciccinella così lo descrive: “Cuoco eccellente, campione di bridge, sciatore, sulla neve e sull’acqua, cacciatore, uomo di mare, esperto di pittura dell’Ottocento e sassofonista, ottimo ospite, buon amico, generoso con i più deboli e meno fortunati, persino bello per l’espressione intensa del suo sguardo.”
Ecco perché all’autrice sembra difficile isolare la passione della cucina di Pietro dall’essere a tutto tondo “bon vivant”, “goloso di vita e di quel che la vita gli aveva concesso”. È per questo che intraprende un viaggio nel ricordo di chi l’ha conosciuto oltre a lei, e di far partecipe i figli, le mogli, gli amici, tra cui Ferruccio Ferragamo, Bepi Stefanel, Antonello Pessot. Il ritratto che ne esce è sorprendente, luminoso. Veritiero. (Racconta di un tempo che non c’è più.) E la passione, la cucina di Pietro, è brillantemente ritratta dalla sua penna, che dimostra con questo lavoro di entrare dentro la storia di un grande uomo con uno stile allegro e conviviale, colto e affettuoso, dopo “C’era un volta in Friuli”, uscito nel 2020 sempre per Gaspari.
“Non è sempre bacalà” è la testimonianza di una vita piena e ricca di un uomo “gigantesco” come lo definisce il figlio Umberto. Uno che si metteva sempre alla prova per il lavoro, per il gioco, per lo sport, per le donne. È la figlia Marina a dedicare al padre questo bel pensiero: “con un sapore, un profumo, un’idea arrivati come per caso, spostavi l’attenzione di tutti come il vento muove il capo.
È lei per prima nel libro a ricordare, ad esempio, tra i tanti piatti che colorano di festa questo irresistibile racconto, il cappone con la salsa alemanna, e a metterlo in competizione con i petti d’anatra con salsa di ribes rossi. Sempre Marina: “L’importante era esaudire le opportunità creative in cucina, stare insieme, condividere”. E così tra le pagine della Kechler, in una solare sinestesia, suonano le voci e le risate catartiche dentro luoghi vivi, come le case di Valdagno, di Cortina e della Val Zignago, “in casone”, dove Pietro e Anna, la seconda moglie, “sono venuti a viverci nel 2004”. E poi ci sono le barche, il Miami, la prima, e la nave Evnike, l’ultima.
I viaggi. Gli aneddoti. I giudizi. “Pietro cucinava con una passione e una maestria profonde, mal tollerava i consigli dei meno esperti”, scrive Maurizio Sella in prefazione. è Sella a ricordare che Pietro diventò socio della friulana Jolanda de Colò, e “più tardi acquistò la totalità delle azioni della società che gestisce la Peck.”
Ciccinella, che nella vita si è dedicata pure lei alla passione culinaria, gestendo alcuni blasonati ristoranti, riporta nel cuore del libro le ricette di Pietro: alcune dettate personalmente dalla prima moglie Stephy Searle, “che mi ha stupito per la sua memoria, non avendo quaderni scritti da Pietro”, e alcune dal quaderno appuntato da Anna, la seconda. (A voi, lettori, replicarle … inseguendo lo stile del Maestro!).
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