Il podcast “Le memorie dell’impero”: cosa resta dell’epoca coloniale

Sabato 18 gennaio, alle 11, nell’antico Teatro Arrigoni, a San Vito al Tagliamento, sarà presentato dagli autori, i friulani Luca Giuliani e Flavio Massarutto, con la storica Valeria Deplano, docente all’Università di Cagliari e fra i massimi esperti del colonialismo italiano

Cristina Savi
Massarutto (in alto) e Giuliani. A destra la pala d’altare della chiesa di San Lorenzo a San Vito
Massarutto (in alto) e Giuliani. A destra la pala d’altare della chiesa di San Lorenzo a San Vito

Cosa lega una pala d’altare presente in una chiesa di San Vito al Tagliamento alla resistenza etiope contro il colonialismo italiano? Perché in Etiopia, dove ogni 5 maggio si celebra la liberazione dal dominio italiano, fra i nomi ricordati c’è quello di un triestino, Anton Ukmar? Sono alcune delle curiosità che trovano risposte in Memorie dall’Impero, Cosa resta dell'epoca coloniale in Friuli Venezia Giulia, il nuovo podcast che intreccia storia e attualità per svelare un passato spesso dimenticato.

Sabato 18 gennaio, alle 11, nell’antico Teatro Arrigoni, a San Vito al Tagliamento, sarà presentato dagli autori, i friulani Luca Giuliani e Flavio Massarutto, con la storica Valeria Deplano, docente all’Università di Cagliari e fra i massimi esperti del colonialismo italiano.

Il podcast, composto da cinque puntate di circa mezz’ora ciascuna - disponibili su Spreaker, Spotify e altre piattaforme - fa tappa in vari luoghi del Friuli Venezia Giulia alla scoperta di storie e personaggi che hanno avuto un ruolo nella Storia del colonialismo italiano. Dalla pala d’altare, appunto, della chiesa di San Lorenzo a San Vito al Tagliamento, dedicata all’impegno con la Lega antischiavista di monsignor Giangiacomo Coccolo alla tomba di Pasqualino Tolmezzo, il “primo alpino nero” sepolto a Udine.

Altri episodi portano l’ascoltatore nei cantieri navali di Monfalcone, dove furono progettate le navi bananiere, ai filmati d’epoca conservati alla Cineteca del Friuli o alla musica multiculturale del festival Jazz e Wine of peace.

“Le storie che raccontiamo - raccontano Giuliani e Massarutto - fanno parte di una memoria rimossa, e molte questioni che affondano le loro radici in quell’epoca rimangono irrisolte proprio a causa di questa rimozione”. Una riflessione che, secondo Giuliani, ha portato a interrogarsi su miti persistenti come quello degli “italiani brava gente”: “È paradossale che ancora oggi ci siano vie intitolate a episodi coloniali, come via Adua o piazza Addis Abeba, senza una reale consapevolezza di cosa abbiano significato quei nomi”.

Un aspetto interessante del podcast è poi quello che fa emergere l’ambivalenza storica dell’Italia: un paese che nel Risorgimento si batteva per unirsi in base al principio dell’autodeterminazione dei popoli, ma che pochi decenni dopo si lanciava in imprese coloniali in Africa. Una contraddizione esplorata attraverso storie meno note ma emblematiche per la sensibilità contemporanea, come quella di Anton Ukmar di Prosecco, che fu uno degli organizzatori della resistenza etiope contro il Regio Esercito italiano durante il fascismo.

Memorie dall’Impero si arricchirà a marzo con una mostra nella chiesa di San Lorenzo a San Vito al Tagliamento. Saranno esposti materiali d’archivio provenienti da musei, collezioni private e fondi storici, insieme a opere originali di artisti come Igor Londero, Eleonora Sovrani e Marco Tonus.

Il podcast è prodotto da EtrArte e finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, con il contributo del Circolo Controtempo e la collaborazione del Comune di San Vito al Tagliamento, Società Filologica Friulana e Isis Pertini di Monfalcone.

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