Pordenonelegge, il monito di Wylie sui social network: «Chi possiede i dati controlla il mondo»
PORDENONE. «La vicenda di Cambridge Analytica dimostra che i nostri comportamenti e le nostre stesse identità sono divenuti una merce nel mondo dei dati, un mercato ad alto rischio. Le società che controllano il flusso di informazioni sono tra le più potenti al mondo, e gli algoritmi che hanno sviluppato stanno plasmando in segreto le nostre menti, in modi un tempo inimmaginabili».
Ecco, basterebbe anche solo questo da tenere a mente del libro “Il mercato del consenso” (Longanesi, 336 pagine, 19 euro) che Christopher Wylie presenta con il direttore del Messaggero Veneto, Omar Monestier, a Pordenonelegge, sabato 19, nello Spazio Gabelli (alle 18).
Il volume del giovanissimo scrittore canadese, oggi ventiquattrenne, ma era appena 20enne all’epoca dei fatti, ha un sottotitolo, “Come ho creato e poi distrutto Cambridge Analytica” e ovviamente racconta uno dei “crimini” meno prevedibili e più insoliti che abbia sconvolto il mondo dell’informazione e della politica internazionale nel 2018. La storia è nota, almeno nei suoi contorni generali, dal sapore fantapolitico, e si riferisce alle inedite modalità di inquinamento della campagna elettorale di Trump nel 2016.
Di fatto Wylie aveva sviluppato una banale “App” che in realtà rastrellava e poi sfruttava infinite quantità di dati personali di utenti di Facebook.
Scritto con il classico stile anglosassone di tante spy story, ben tradotto da Rosa Prencipe che mantiene semplicità e ritmo linguistici senza eccedere in quell’eleganza lessicale che tanto piace al lettore latino, Cattura già dalle prime righe.
L’attesa prima di deporre, nel giugno del 2018, per ore davanti alla commissione del Congresso americano in una sala sotterranea del Sensitive Compartmented Information Information Facility dello United Staes House Permanent Select Committee on Intelligence è una scena alla Jason Bourne.
Ciò che aggiunge altro fascino alla storia è che anche il suo protagonista è perfetto. Geniale, ha solo vent’anni quando sviluppa la sua app, chissà che ne ha fatto del tempo prima, si definisce “liberal e gay”, unisce in un intreccio diabolico Facebook, la Russia, le elezioni del più potente stato del mondo, e non tralascia il vezzo di tingersi i capelli di blu. Impossibile non trovare il suo romanzo conteso da qualche network di intrattenimento.
Certo, c’è da dire che il potere dell’informatica è insieme misterioso e innocuo, tant’è che non sono tanto le informazioni, ma l’uso che se ne può fare a determinare la portata del crimine. L’idea di Wylie è perfino elementare: inserisce i profili del socialnetwork in una griglia con la quale confeziona opinioni, argomenti e provocazioni su misura.
Testa i risultati con gruppi piccoli, poi avuta la conferma del micidiale funzionamento consegna a chi ha soldi un’arma che muterà per sempre lo scenario delle guerre del futuro, la più potente “arma per la guerra psicologica”.
Il resto va letto, ma con l’accorta attenzione a non pensare che tutto avvenga lontano, oltre mare, da un’atra parte, tant’è che anche la nostra storia elettorale recente non è immune dagli effetti dell’app di Wyle.
Ma come in tutte le storie belle, “Il mercato del consenso” contiene la sua parte di redenzione, anzi è la descrizione di una redenzione, quella di un genio informatico che dopo aver visto i danni della sua invenzione, stacca la spina e consegna la verità al mondo. La domanda è: che ce ne faremo?
L’incontro sarà accessibile al pubblico del web in streaming su Pnleggetv dalle 20, sul sito pordenonelegge.it. —
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