Premio Latisana per il Nord Est a Dario Colombo, primo al concorso letterario

Il romanzo Montagne nere conquista il premio narrativa

Sara Del Sal

Raccontare una vicenda affinché non vada dimenticata, sommersa tra le tante pagine della Storia mai raccontate. Nasce da questa volontà “Montagne Nere” il romanzo di Dario Colombo che ha vinto il premio Narrativa all’interno del Premio letterario internazionale “Latisana per il Nord Est” 2025. La trentaduesima edizione del premio, che ha visto sfidarsi oltre 90 creazioni letterarie, ha premiato un’opera che «ripercorre, con struggente empatia e spietata lucidità, le vicende degli abitanti di una delle valli trentine all’indomani della Grande guerra, quando il fragore delle battaglie è stato sostituito da un silenzio che grava sulle macerie, sui nuovi vuoti, sulle incognite per il futuro – ha affermato la giuria nella motivazione –. Quando, dopo anni di evacuazione in Boemia, i profughi trentini, come quelli friulani e isontini, rientrano nella loro terra, la trovano devastata e irriconoscibile.

Ad attenderli non c’è soltanto la ricostruzione materiale di interi paesi rasi al suolo, di strade interrotte, di acquedotti e ferrovie distrutti, ma anche una sfida ben più ardua: ricomporre il tessuto umano e sociale lacerato dalla guerra, nel clima teso e inquieto di un Regno d’Italia che sta per consegnarsi al fascismo e che considera gli abitanti del Trentino con estremo sospetto, a causa della loro contiguità geografica e culturale con i vecchi “nemici”. Montagne nere – conclude la giuria – rievoca, con fluidità narrativa e fedeltà storica, il dramma delle terre di confine, sempre costrette a pagare il prezzo più alto per la propria vocazione a essere luoghi di cerniera fra mondi diversi ma vicini, cui la guerra sottrae la sola matrice comune: l’umanità».

E l’autore si è dimostrato particolarmente emozionato durante una serata condotta dal giornalista Mauro Mazza, scandita da una grande partecipazione di pubblico che ha dimostrato interesse e curiosità per il mondo letterario attuale. Il premio nato nel 1994 «non smette di evolversi e mira sempre di più a coinvolgere i giovani», ha sottolineato il primo cittadino Lanfranco Sette che ha aperto la cerimonia seguito dall’assessore alla Cultura Martina Cicuto che ha parlato della «letteratura come punto di riflessione e del valore della parola scritta che si rivela ancora oggi un modo per guardare e interpretare il mondo».

Per il presidente del consiglio regionale Mauro Bordin «le nuove generazioni rischiano di impigrirsi e invece va preservata la bellezza della scrittura non solo quella della lettura». Nel corso della serata, in cui hanno riecheggiato note musicali del Nord Est europeo proposte dal duo composto da Leo Virgili (chitarra) e Paolo Forte (fisarmonica), sono stati celebrati anche i vincitori del Premio Banca360FVG, assegnato dalla Giuria dei ragazzi a L’inverno della lepre nera di Angela Tognolini (Bompiani), e del Premio Coop Alleanza 3. 0, conferito dalla Giuria dei lettori ad Alma di Federica Manzon (Feltrinelli).

Le due autrici hanno raccontato come si sono mosse durante il processo di scrittura per dare forma ai loro romanzi. Ospite d’onore è stato il filosofo, romanziere, saggista ed editorialista già professore di Estetica all’Università degli Studi di Milano Stefano Zecchi che ha indicato nella storia «una chiave di lettura per poter interpretare il mondo attuale, perché solo dalla comprensione dei popoli si può cercare delle risposte ai loro comportamenti».

Il filosofo ha inoltre sottolineato come «la cosa più difficile da insegnare sia il fatto di ragionare con la propria testa», per chiudere ricordando che «la cultura è l’unico campo di battaglia in cui si trova la lealtà di chi la pensa in modo diverso dagli altri ma li rispetta».

A dare voce alle parole scritte dagli attori, regalandone degli estratti ai presenti è stata l’attrice Ariella Reggio, che ha saputo portare letteralmente in vita i personaggi di ogni storia con il suo stile inconfondibile. In una cerimonia che è volata via veloce sono quindi arrivati i tre finalisti, tre uomini che hanno scoperto solo in sala quale sarebbe stata l’opera più votata dalla giuria presieduta anche quest’anno da Cristina Benussi.

Oltre al romanzo vincitore, gli altri finalisti erano “I dieci passi dell’addio” di Luigi Nacci (Einaudi) e “L’oscura morte di Andrea Palladio” di Matteo Strukul (Rizzoli). Ognuno degli autori ha raccontato come si sia generato il loro racconto. Nacci lo ha fatto portando la discussione su tematiche come la solitudine che si prova quando crolla un mondo che può essere quello nato da una relazione amorosa. Con Strukul invece si è parlato di come si possa cercare rifugio nell’arte per affrontare i colpi della vita. Colombo invece ha raccontato di sentirsi supportato da una squadra speciale, formata da tutte le donne che hanno saputo vivere un’esperienza straordinaria.

Si è chiusa con un brindisi un’edizione da record del Premio, di cui il Gruppo Nem è stato media partner, che si è confermato un’occasione impareggiabile per scoprire come si stia muovendo la letteratura di un Nord Est esteso, terre in cui c’è ancora molto da raccontare.

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