Giannola Nonino, imbattibile come Sinner: il dietro le quinte e le curiosità sul premio

L’eleganza contenuta senza strafare: a tavola fra formadi di mont e cocktail con la grappa. Il nostro racconto dal ricevimento delle distillerie di Percoto

Gian Paolo Polesini
Giannola Nonino ©Foto Petrussi
Giannola Nonino ©Foto Petrussi

Giannola è la raffigurazione dell’entusiasmo ed è sempre la più lesta a salire sul palco a ogni edizione del Premio Nonino: in pochi tratti soltanto lei sa come mettere in ordine una prolungata storia d’amore di una famiglia per la terra. Quest’anno, poi, che il calendario segnava il mezzo secolo di intensa narrazione mentre il cuore la perdita di un condottiero, qual era il buon Benito, la lady di ferro si è stretta attorno la sua comunità affettuosa cedendo per pochi attimi a una commozione frugale, il tempo di rinfoderare la lacrima e via nuovamente a ritmare la festa per non perdere il ritmo. Davvero una donna imbattibile, come Sinner.


A Percoto la 50esima edizione del Premio Nonino: le immagini della cerimonia

Le figliole magnifiche sembrano non staccarsi troppo dalle loro immagini dei cartelloni pubblicitari della distilleria di quand’erano ragazzine: Cristina, Antonella ed Elisabetta gestiscono uno charme in linea con lo slancio materno. Il successo di un brand non è solamente la qualità del prodotto: la gente non compra quello che fai, ma perché lo fai. E diremmo anche come lo fai.

Il dress code

Il solito via vai di un’eleganza di metà mattina. La cerimonia è un atto consueto che ogni ultimo sabato di gennaio si mostra a una platea scelta e colta, pronta a recepire i messaggi di chi esibisce il riconoscimento. Non è un mistero la lungimiranza della giuria che ha per ben sei volte anticipato i Nobel.

Signore nettamente più precise e attente a non sfoggiare l’abito già ostentato. Il desinare del mezzodì non implica chissà quali capi impegnativi, è sufficiente un’eleganza contenuta, senza strafare. Il tacco si fa comunque necessario per sovrastare il marito.

Ogni santo anno, buttando uno sguardo a terra, si rivela la calzatura maschile quasi mai all’altezza dell’abito. Una sbadataggine comune, non c’è rimedio ormai. Solamente casi sporadici di abbinamenti signorili.

Tutto si risolve con le gambe sotto il tavolo per la raccolta, nel salone, dell’umanità varia: sapori e sapienza subiscono una mescolanza intrigante e dagli alambicchi si stacca un profumo che aggiunge una variabile ai piatti. Il “Gustà” è a cura di Viroca di Romeo Sturma con la partecipazione dei mâitre Amira Fvg e dei ragazzi dello Ial.

 

Il menù

Girano bicchieri con una soluzione delicata di otto gradi, creazione della bartender Monica Berg from Oslo. La moda impone il blocco di ghiaccio spesso tagliato al momento e, appunto, un bere leggero per sfidare le soffiate stradali.

Al formadi di Mont Malghe Montasio con more, seguiranno gli Gnòcs di cavòcie sulla scuète fumade. Tipo gnocchi di zucca, per parlare semplice. Deliziosi è un aggettivo che non rende la bontà.

C’è l’omaggio a babbo Benito con una levata di calici di Grappa Nonino Monovitigno. Un balzo all’indietro fino al 1973 quando G&B rivoluzionarono il sistema di produrre e presentare l’acquavite nel mondo. E fu una vera svolta epocale.

La Torta di Ada regala dolcezze, che non saranno le uniche di un ricevimento come sempre senza limitazioni. Per questo hanno inventato le tisane.

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