Presepe di sabbia di Lignano: un patrimonio da tramandare di saperi e sapori
C’è tempo fino al 2 febbraio per ammirare l’opera dedicata ai problemi che affliggono l’umanità

A Lignano, fino al 2 febbraio, è possibile visitare il Presepe di Sabbia. La mostra, intitolata Panem nostrum cotidianum, si sviluppa intorno al tema del cibo e del dono intesi come simboli universali di vita e condivisione e, per questa via, esplora il legame tra l’uomo e il territorio compreso tra i fiumi Tagliamento e Isonzo.
Il percorso si snoda attraverso i mesi e le stagioni, si sofferma su alcune ricorrenze religiose legate ai cicli agrari, ricorda momenti cruciali per l’economia rurale e per la vita comunitaria di un tempo capaci di raccontare anche la cucina locale, figlia delle ristrettezze e dell’ingegnosità delle genti friulane; una cucina priva di raffinatezze, ma ricca di sapori. Vengono così evocate pratiche antiche che invitano a riflettere sulla sostenibilità del nostro modo di produrre, consumare e condividere il cibo. Fondamentale, nel Presepe tradizionale, è il gesto del dono: i personaggi offrono i cibi tipici della loro terra, mentre il Bambino Gesù si dona, già nella “mangiatoia”, come nutrimento spirituale di vita eterna.
Questo scambio simbolico mette pienamente in luce l’importanza della solidarietà e del reciproco sostegno. Il racconto che prende vita tra le sculture indugia su quei piatti tradizionali che custodiscono la cultura della civiltà rurale in Friuli. Si parte dal prosciutto di San Daniele, che diventa pretesto sia per approfondire l’importanza del maiale nell’economia e nella cultura contadine, sia per ricordare gli antichi riti legati a Sant’Antonio Abate, protettore degli animali dell’aia e della stalla; si prosegue con le mele benedette di San Biagio, con i pani rituali di San Valentino (i colàz) e con il lidridìc cul pòc di San Giuseppe.
Si rievocano poi le mirindutis del 25 aprile, con le tradizionali frittate a base di erbe spontanee, in ricordo della Rogazione Grande di primavera fino ad arrivare alle sagre d’autunno, dove l’oca, la brovada e il vino novello sono protagonisti per San Martino.
Non vengono tralasciati i momenti della mietitura, della vendemmia e della trebbiatura e i gesti antichi del pescatore, del fornaio e del casaro. Il viaggio culmina con i piatti simbolo della tradizione friulana: il frico e i cjarsons, non senza aver tributato il dovuto omaggio alla gubana.
La mostra invita a immergersi in un percorso sensoriale e narrativo dove ogni alimento racconta una storia e un luogo, ogni stagione porta con sé un patrimonio di saperi e di sapori e ogni piatto diventa un atto di memoria, di condivisione e di convivialità. Così, il Presepe di Sabbia 2024 non è semplicemente una rappresentazione della Natività, ma si trasforma in un'opportunità per riflettere sul significato profondo del cibo e del dono come elementi fondamentali di coesione sociale e culturale.
Questi valori, in grado di connettere passato, presente e futuro, instaurano legami di umanità che abbracciano le differenze in una celebrazione festosa della Vita, della Terra, della Solidarietà.
L’ultima scultura, che raffigura i re Magi come personaggi giunti dal futuro per offrire doni simbolici ai visitatori all’uscita della mostra, invita a riflettere sui problemi che oggi affliggono l’umanità. In un tempo in cui la condivisione e l’etica del cibo rappresentano un atto di giustizia sociale, l’opera si propone come un messaggio di speranza.
Le sculture sono opera di un team di artisti italiani e internazionali di straordinaria bravura che hanno saputo tradurre temi antichi in opere capaci di dialogare con il presente e con il futuro. Questi i loro nomi: Mario Vittadello, Ornella Scrivante, Gianni Schiumarini, Irina Sokolova, Charlotte Kostner. L’ideazione e la direzione artistica sono di Lara Gonzo e di Mario Vittadello. Alla fine della mostra le sculture torneranno ad essere sabbia dell’arenile di Lignano, in un circolo sostenibile e rispettoso dell’ambiente
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