Raffaello lo volle al suo fianco per le Logge del Vaticano

Raffaello lo volle al suo fianco nella Loggia di Psiche alla Farnesina e nell’impresa delle Logge Vaticane, Michelangelo lo teneva in alto conto, Clemente VII si affidò a lui per delicati interventi di restauro e decorazione sia a Roma che a Firenze. Giovanni Ricamatore (Udine, 1487 - Roma, 1561), o meglio, Giovanni da Udine “Furlano”, come si firmò all’interno della Domus Aurea, riuniva in sé l’arte della pittura, del disegno, dell’architettura, dello stucco e del restauro. Il tutto a livelli di grande eccellenza.

A Roma, dove era stato uno dei più fidati collaboratori di Raffaello, rimase anche dopo la scomparsa dell’Urbinate. Conquistandosi, per la sua abilità, dapprima il titolo di Cavaliere di San Pietro e quindi una congrua pensione da pagarsi sull’Ufficio del Piombo. Intorno alla metà degli anni trenta del ‘500, Giovanni decise di abbandonare la città che gli aveva garantito fama e onori e rientrare nella sua Udine, dove era nato il 27 ottobre 1487 (è di questi giorni la notizia dell’inaugurazione della targa commemorativa sulla sua casa natale in quello che ora è il delizioso Bar Al Tram), con il proposito di “non toccar più pennelli”.

Tra i suoi lavori “architettonici” a Udine la fontana in piazza San Giacomo, la scala a doppia rampa sul piazzale del Castello. Tra gli interventi più importanti, il lungo fregio a stucco ed affresco nel castello di Spilimbergo e, a Venezia, la decorazione di due camerini di Palazzo Grimani. L’artista, assentatosi dal Friuli nel corso del 1560, muore a Roma nell’agosto dell’anno successivo, mentre era impegnato nella decorazione delle Logge di Pio IV. A detta di Vasari, fu sepolto al Pantheon, vicino a Raffaello, “per non star morto diviso da colui, dal quale vivendo non si separò il suo animo giammai”. A lui è dedicato il teatro della città natale. —



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