Rispunta la mappa dei campi romani in Friuli: ecco le centuriazioni da Tricesimo ad Aquileia

Uno schema infallibile di delimitazioni degli spazi agricoli accanto alle strade e alle città: il libro di Cecconello per Gaspari

Tutti sanno cos’è l’Uomo vitruviano. La storia di uno dei disegni più famosi al mondo inizia quando un teorico dell’architettura, Marco Vitruvio Pollione, scrive il trattato De architectura. Nel terzo libro, dedicato ai templi, Vitruvio dice che non può esisterne uno che non sia regolato da principî di armonia, ordine e proporzione.

E lo stesso vale per il corpo umano e l’esatta armonia delle sue membra. Concetti diffusi secoli dopo grazie al celebre disegno di Leonardo, ma non solo. Ed ecco la sorpresa: a cimentarsi con Vitruvio fu infatti anche Cesare Cesariano, artista dimenticato perché troppo originale, appartato e non allineato, al punto che adesso c’è chi sostiene che il vero Uomo vitruviano sia quello di Cesariano, non di Leonardo, che pur conobbe.

Un’ulteriore sorpresa sta nel fatto che l’Uomo vitruviano (Made in Cesariano, però) possa essere determinante per spiegare il segreto e il meccanismo della centuriazione, ovvero come i romani organizzavano il territorio agricolo, basato sullo schema che già adottavano nella fondazione delle città. Si caratterizzava per la regolare disposizione, secondo un reticolo ortogonale, di strade, canali e appezzamenti destinati ai nuovi coloni.

Detto questo in premessa, va aggiunto che il modo di capire la centuriazione usando come chiave di lettura l’Uomo vitruviano può trovare un’originale applicazione osservando la zona dell’Agro tricesimano, mappata prendendo come base i punti di intersezione dell’antico reticolo romano che ha lasciato tracce di vario genere, pur adesso quasi sempre invisibili.

E un’ulteriore scoperta sta nel fatto che la maggior parte di tali punti sono luoghi dove vi sono sorgenti o fonti d’acqua potabili. In un simile affascinante contesto, trova collocazione anche la sorgente della Temesade, il cui zampillo rappresenta il punto iniziale di questa storia, tutta da leggere, da capire e in buona parte da spiegare anche a chi ha poca dimestichezza con simili argomenti. Eppure si presenta molto divulgativo, e di agile comprensione, l’accurato volume ora pubblicato da Gaspari (160 pagine, 18, 50 euro), ampiamente illustrato e ricco di materiale documentario.

Si intitola “Le fonti misteriose di Vitruvio. Centuriazioni e sorgenti: regole e nuove scoperte” e si colloca nella collana dei Libri rari, quella che anni fa venne aperta con le vertiginose intuizioni di cui si rese protagonista don Gilberto Pressacco a proposito «dell’affascinante notte della Chiesa di Aquileia». Stavolta l’autore è Luciano Cecconello, studi giovanili al Malignani, residente a Tricesimo, a lungo manager in aziende multinazionali, ricercatore appassionato di storia romana.

L’antefatto del libro, il primo in cui si cimenta, sta nell’incontro con chi nel 1997 gli fece vedere una vecchia pergamena con raffigurate diverse sorgenti, tra cui una con la dicitura in latino “fons salutiferas”, insomma una fonte miracolosa poi individuata nella Temesade a Leonacco.

Armato di un Gps, delle sue inedite convinzioni e anche di utili precedenti come rilievi e trivellazioni effettuati negli anni’60 dal professor Tito Miotti, Cecconello si è messo in movimento da Aquileia a Zuglio, seguendo la direttrice della strada Iulia Augusta, che a Tricesimo aveva un nodo strategico.

L’esito di tanto impegno emerge a fine libro in una mappa tridimensionale che illustra la centuriazione dell’Agro e l’arteria che dal XXX miglio, dunque Tricesimo, conduceva a Iulium Carnicum.

Nella prefazione, Giuseppe Sgubbi, ravennate, straordinario guru negli studi sulle centuriazioni, dice: «Gli antichi agrimensori, costruttori di collinette e scopritori di sorgenti, saranno felici di apprendere che finalmente qualcuno ha svelato come agivano».

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