Riva, Solieri e Stef Burns ecco gli “angeli custodi” di Vasco Rossi

Aspettando il concerto del 18 giugno a Lignano. Sul palco con lui ci sono soltanto chitarristi stellari capaci di fare scintille. Dagli esordi a Punto Radio il rocker di Zocca ha sempre rinnovato la sua band

Una chitarra stellare dopo l’altra: cosí è sempre sul palco di Vasco Rossi atteso a Lignano per il concerto di avvio del tour il 18 al Teghil. Ecco una galleria dei suoi “angeli custodi”.

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Maurizio Solieri può essere considerato il chitarrista storico di Vasco, sia per la longevità del sodalizio artistico sia perché è coautore di molti brani. Eppure il rocker di Zocca resta indissolubilmente legato a Massimo Riva, con cui c’è sempre stata, almeno fino alla sua morte, comunanza di idee e soprattutto grande amicizia e stima reciproca. E se nel 1999 non fosse morto sarebbe ancora al fianco di Vasco, perché «nessuno come lui sapeva suonare la ritmica».

Nel 1993 Vasco rimase folgorato dalla bravura dal californiano Stef Burns, tutt’ora pedina fondamentale della band. Per quattro anni ci fu anche la parentesi di Andrea Braido, che venne però liquidato dallo stesso Vasco per il “tradimento” con Zucchero.

Ma andiamo con ordine. Massimo Riva, a soli 12 anni, esordí a Punto Radio, una delle prime radio libere italiane fondata dallo stesso Vasco Rossi, e da questo incontro iniziò un sodalizio artistico che durerà fino alla sua scomparsa. Fu Riva a ispirare Vasco per “Albachiara” nel 1978.

Nel 1980, assieme a Vasco, Solieri e Guido Elmi Riva fondò la Steve Rogers Band. Nel 1987 Vasco decise di intraprendere la carriera solista, ma Riva continuò a partecipare ai suoi lavori. Ha composto molti brani per Vasco, tra cui “Vivere”, “Voglio andare al mare”, “Stupendo”, “Non mi va”, “Un gran bel film”, e “Perché non piangi per me” (scritta interamente da lui, e inserita da Vasco come omaggio nell’album “Stupido hotel”).

Massimo Riva è morto a Bologna il 31 maggio 1999, a soli 36 anni, nel suo appartamento in centro storico per eroina. Da diciassette anni, a ogni concerto, Vasco ricorda l’amico di sempre. «Nessuno, nessuno muore mai completamente. Qualche cosa di lui rimane sempre, vivo dentro di noi...Viva Massimo Riva» è la frase che Vasco pronunciò subito dopo la scomparsa dell’amico e che ancora oggi spesso ripete, con immutata gratitudine e commozione.

Con Solieri il rapporto è stato certamente piú duraturo, ma ha avuto un epilogo poco felice nel 2014, dopo anni turbolenti. «Da quando abbiamo cominciato nel ’78 non sei cambiato di una virgola. Non sei cresciuto…non ti sei evoluto» scrisse Vasco su Facebook già nel 2012, rivolgendosi a Solieri.

«Chi suona meglio sta sul palco, chi non tiene il passo e rimane indietro va a casa.. e non sono io che lo decido. Benvenuto nello spietato e violento mondo del rock!».

Per l’addio ufficiale bisognerà aspettare due anni e stavolta la comunicazione arriva tramite Guido Elmi, il produttore di Vasco, sempre attraverso Facebook, alla vigilia del tour negli stadi. «La batteria, il basso e la chitarra ritmica dovranno interagire e muoversi come una cosa sola, essere ancora di più le fondamenta su cui costruire musicalmente lo spettacolo», si leggeva nel post.

Nasce da questa volontà di rinnovamento l’esigenza di avere in formazione una sola chitarra solista oltre ad avvalersi di un batterista piú in linea con la nuova sonorità piú heavy riff-oriented. Un addio che ha diviso i fans di Vasco, anche perché Solieri aveva partecipato, sia come musicista sia come compositore. È per esempio coautore di “Canzone”, “Ridere di te”, “Dormi dormi” e “Lo show”.

Nel 1993 arrivò Stef Burns, da cui Vasco era rimasto folgorato. Stef ha suonato per la prima volta live con Vasco nel 1995 a San Siro in “Rock sotto l’assedio”. Sarà anche sul palco di Lignano.

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