Da Scamarcio alla tv: l’udinese Susanna Acchiardi presto in una serie Rai

La giovane attrice è nel cast di “Prima di noi” di Daniele Luchetti e Valia Santella. «Mi piace vedere la realtà attraverso il cinematografo»

Gian Paolo Polesini
Susanna Acchiardi
Susanna Acchiardi

Pure Susanna Acchiardi è una degna figlia del Palio studentesco udinese, da decenni un formidabile centro smistamento attori. La buona gioventù calpesta i legni del palco e molti di loro s’innamorano del teatro, abbracciandolo con la maturità in saccoccia.

Marco Tullio Giordana, che l’ha diretta in una seppur piccola parte de “La vita accanto”, dice di Susanna: «È bravissima, una rivelazione». Lei, emozionata, s’intasca il complimento: «Ma che gentile!», dice. E si va avanti, non c’è tempo per fantasticare. Frenetica vita ‘sti artisti: archiviato un provino si corre sul set e, di nuovo, da un’altra parte d’Italia per una serata di prosa.

«Io vivo a Cuneo e il fatto è strano per una come me costretta a comunicare sempre con Roma. La famiglia Acchiardi ha qualche gene piemontese sebbene Udine ci abbia accolto con affetto. E così ho pensato: m’infilo a Cuneo, il mio posto di pace al ritorno dal caos. Certo, il tipo di esistenza nomade contempla il viaggio e, col tempo, ho scoperto quanto siano utili le ore dedicate allo spostamento. Pensi, studi, ripensi, dormi, immagini».

Risaliamo alle origini: il suo primo passo sul palcoscenico?

«Con “La visita della vecchia signora” di Dürrenmatt, eravamo in quarantacinque noi del liceo Marinelli. Replicammo l’anno dopo con “Woyzeck” di Büchner. Ecco, quel testo letteralmente mi prese il cuore e da quel momento compresi con chiarezza quello che avrei voluto fare un giorno: recitare».

A quel punto lasciò Udine?

«Non ancora. D’istinto si presentò la sensazione di riempire la valigia e di andare. Poi ci ragionai su e scelsi la scuola, ovvero l’Accademia Nico Pepe diretta da Claudio de Maglio. Tre anni ben spesi a imparare l’arte. E arrivò il tempo di tentar fortuna altrove».

E questa fortuna la baciò?

«Avvenne un bell’incrocio di occasioni, certo. In questi casi un pizzico di buona sorte è necessaria. E scivolai con gioia dentro il film di Margherita Ferri “Zen sul ghiaccio sottile”. La regista ha firmato da poco “Il ragazzo dai pantaloni rosa”, per dire. Cercavano qualcuno che fosse in grado di affrontare sullo schermo una transizione sessuale e io in “Woyzeck” interpretavo un maschio: mi proposi. Entrai nel cast, ma come coprotagonista. Un inizio fulmineo che non mi aspettavo».

Convinta di fare del cinema?

«Le confesso: allora non ero sicura di niente e ci stava un atteggiamento così. Vieni improvvisamente sparata in un altro mondo e la confusione è tanta. Oggi padroneggio più certezze. Mi piace vedere la realtà attraverso il cinematografo. Senza scordarmi del teatro, e ci mancherebbe. Non potrei farne a meno».

Dunque, le manca la tv e la radio.

«Per la tv mi sono attrezzata: fra qualche mese uscirà sulla Rai la serie “Prima di noi” di Daniele Luchetti e Valia Santella, girata — fra l’altro — anche nella friulana Cimolais, un racconto sull’Italia dai primi del secolo scorso fino a oggi, saga famigliare osservata con cura attraverso quattro generazioni di donne. Con soste a Roma e, soprattutto, a Torino. Io interpreto Sandra, una barista che in qualche modo entrerà nel nucleo della casta. Per la radio vedremo».

Qual è il mood, Susanna? Si affrontano provini e si spera?

«Decine, se vuoi avere delle chance. Esempio: partecipai a un’audizione per Bellocchio e mi ritrovai a lavorare per Giordana, capisce? Il girato poi resta e se qualcuno se lo ricorda e ha bisogno di te, ti chiama anche mesi dopo. Fra l’altro cercai di entrare in “Campo di battaglia” di Gianni Amelio, presentando una storia raccontata in dialetto veneto, ma allora non mi presero».

Meglio andò con “Alla festa della rivoluzione” di Arnaldo Catinari…

«Oh sì. Molto meglio. Avrei dovuto affrontare una scena con il capo dei servizi segreti. Ricordo che la trama rievoca l’impresa di D’Annunzio a Fiume concentrandosi su due figure chiave solerti nel proteggere il poeta-guerriero. Per farla breve mi dicono che l’attore è Riccardo Scamarcio. Sto per svenire. Io e lui sotto la Loggia del Lionello! Mando ottomila messaggi alle amiche. È stato carinissimo, davvero, oltre a essere un grande professionista».

Vede Terra in questo momento?

«Aspetto una telefonata. Forse la più importante di questa mia breve carriera. Se ho notizie, la chiamo». —

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