“Scemo di guerra”: Paolo Ganz racconta il trauma indelebile dei soldati in trincea
UDINE
Esce oggi, per i tipi di Edicilo, “Scemo di guerra” di Paolo Ganz,. Si tratta di una storia poco raccontata della Prima guerra mondiale: per una volta – spiega l’editore – l’attenzione è sull’uomo, non sul soldato, sulle reazioni alla violenza e alla morte.
E sul fardello di portarne i segni impressi sul volto. Il libro ripercorre inevitabilmente anche i sentieri della Grande Guerra in Friuli.
Quello di Ganz è un percorso realizzato in autunno e in inverno, lontano dal periodo del turismo di massa, e compiuto in parte con i mezzi pubblici e in parte a piedi per cercare di raccontare una montagna diversa da quella delle solite salite alpinistiche.
Durante il viaggio l’autore ha incontrato diverse personalità legate al mondo appenninico. Tra di loro: Francesco Guccini, Michele del Giudice, Luca Calzolari, Stefano Ardito.
Spunto di partenza per il romanzo ricavato dalla lettura di diari e di altre testimonianze, è la figura di Italo Ardenghi giovane tenente di fresca nomina, parte per raggiungere il 115° Treviso, il suo battaglione, già in linea sul passo Vezzena. Destino vuole che proprio la notte del suo arrivo si compirà il primo e più vasto massacro sul fronte italiano, la tragedia passata alla storia con il nome della “battaglia del Basson” e combattuta al plenilunio della notte tra il 24 e 25 agosto 1915. Da quel momento in poi la sorte di Ardenghi,lo farà precipitare in un abisso di disperazione, di anime perdute e di tragedie.
Quello di Ganz per Edicilo (224 pagine, 16 euro) è dunque un romanzo che perà attinge alle testimonianze e ai diari raccolti dall’autore. —
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