Sguardi nel tempo: l’anima del Friuli nelle foto di Ciol esposte a Gemona

La mostra allestita nelle ex carceri del castello: si potrà visitare fino al 15 giugno 2025

Sara Palluello
La mostra fotografica di Ciol allestita alle ex carceri del castello
La mostra fotografica di Ciol allestita alle ex carceri del castello

Le ex carceri del castello di Gemona si trasformano in uno scrigno di memorie, paesaggi e ritratti con la mostra-evento “Elio Ciol. Sguardi nel tempo” che celebra la carriera di uno dei più grandi maestri della fotografia italiana.

L’inaugurazione è fissata per il 18 gennaio ma la mostra sarà visitabile già da venerdì 20 dicembre al 15 giugno 2025, il venerdì dalle 14.30 alle 18 e i fine settimana dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.

Promossa dall’assessorato alla Cultura di Gemona con il sostegno della Regione, questa mostra rappresenta un omaggio all’opera dell’artista, il cui lavoro incarna l’anima profonda del Friuli attraverso la luce, i paesaggi e i volti che popolano la sua terra e il suo immaginario.

Proposto un percorso che attraversa oltre sei decenni di produzione artistica: dai celebri ritratti di Pier Paolo Pasolini e David Maria Turoldo, agli intensi fotogrammi del film “Gli Ultimi” di Vito Pandolfi, fino alle fotografie paesaggistiche che immortalano le pianure friulane, il Tagliamento e le atmosfere uniche del territorio.

Uno spazio speciale è dedicato alla documentazione degli affreschi del pittore gemonese Giacomo Brollo (1834-1918), realizzata da Elio Ciol in collaborazione con il figlio Stefano nella chiesa di Nova Cerkev in Slovenia.

Di assoluto rilievo i nomi che hanno collaborato alla stesura dei testi per la mostra e il catalogo: Fulvio Dell’Agnese, Marco Attilio Salvadori, Giuseppe Marini e Piero Colussi. Degno di nota il progetto di illuminazione esterna curato da Dante Spinotti, direttore della fotografia di Hollywood e presidente onorario della Cineteca del Friuli.

Spinotti – noto per il suo lavoro nel cinema accanto a registi di fama mondiale – porta la sua sensibilità artistica al servizio di un’installazione luminosa che trasformerà l’esterno delle ex carceri del castello in un’esperienza visiva unica. Saranno proiettati contenuti multimediali come la storica intervista Rai a Ciol a cura di Fulvio Toffoli e la versione restaurata del film “Gli Ultimi”.

Una campana sonora permetterà poi di ascoltare la “Lettera alla madre di Pier Paolo Pasolini” recitata da padre David Maria Turoldo in occasione dei funerali del poeta a Casarsa, attraverso due voci d’eccellenza: Giuseppe e Miriam Bevilacqua. Il sindaco di Gemona, Roberto Revelant, ha dichiarato che la mostra rappresenta un ponte tra generazioni.

«L’opera di Ciol – racconta – va oltre la documentazione: è un viaggio emotivo e culturale che ci restituisce un Friuli autentico e universale, ricordandoci chi siamo e da dove veniamo». Con lui vicesindaca con delega alla Cultura Flavia Virilli, che ha curato il progetto: «Quando osserviamo le fotografie di Elio Ciol non stiamo solo guardando immagini: ogni scatto è una finestra spalancata sulla nostra storia collettiva, una riflessione intima su chi siamo e dove stiamo andando. Per non parlare del lavoro svolto con il figlio Stefano, che dimostra come il dialogo tra generazioni sia capace di arricchire il nostro sguardo e proiettarlo verso orizzonti inesplorati. Più di un’esposizione: è un atto di speranza, una celebrazione del nostro patrimonio culturale e un invito a mantenere vivo il legame con le nostre radici, senza temere il cambiamento».

È grato agli amici di Gemona e della Cineteca del Friuli, Elio Ciol «per aver voluto questa mostra nonostante i miei 95 anni».

Una mostra realizzata grazie alla collaborazione della Cineteca del Friuli e del contributo di numerosi partner.

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