Shari pronta per Sanremo: «Vi racconto la mia canzone, parla di un momento in cui mi sono sentita egoista»

La cantante friulana che sarà sul palco della kermesse: «Canterò con Salmo un medley di Zucchero»

Gian Paolo Polesini

Il 5 febbraio, a meno due dal lancio di Sanremo 73, Shari — la nostra formidabile giovanissima cantante portabandiera del Friuli Venezia Giulia — scenderà in Riviera per acclimatarsi prima di salire sul palcoscenico più bollente d’Italia.

La storia è ormai nota, ma è bene fare un veloce ripasso, una specie di riassunto delle puntate precedenti.

Shari nasce a Monfalcone nell’ottobre 2002, poi la famiglia si trasferirà a Udine.

A tredici anni, dopo aver studiato canto e pianoforte all’accademia musicale udinese “The Groove Factory”, si presenta alla trasmissione “Tú sí que vales” stregando pubblico e giuria con una sua personalissima versione di “The sound of silence”. A quel punto scatta inevitabile un contratto con la Warner Music.

Nel 2019 scrive “Sale” per Benji&Fede, certificato disco d’oro, mentre nel 2020 inizia un percorso di sperimentazione con le sonorità a lei più congeniali: nu-soul, rap, urban, pop e black. Seguiranno, fra i tanti singoli pubblicati, la collaborazione con Salmo e la scelta di un suo brano per “Gomorra 5”, fino alla recente conquista della platea di Sanremo con il singolo “Sotto Voce”. E, dunque, l’accesso alla cinque serate dal 7 al 11 febbraio su Raiuno.

Tempo fa Shari ci disse che era un po’ preoccupata, d’altronde è comprensibile esserlo, sapendo di dover cantare all’Ariston in competizione con altri ventisette big.

Ora che siamo molto più vicini al debutto, è pronta?

«Diciamo abbastanza, dai».

In cosa consiste il riscaldamento?

«Sto provando la canzone all’infinito e sono a buon punto. Ciò mi consente di essere sufficientemente serena».

Qualcuno le dà una mano?

«Mia mamma. In questi casi, però, ti devi tirare fuori da sola. E mi aiuta molto cantare e cantare. Cercare sempre più sintonia col brano. Le prove a Roma e anche quelle a casa dei miei stanno fruttando una buona dose di sicurezza».

Ha già pensato all’outfit sanremese?

«Eccome no. Sarò elegantissima».

Non ho dubbi.

«Il classico è vincente. E comunque credo che questo sia l’abito corretto nel rispetto del teatro televisivo più famoso e difficile».

Chissà se ci può svelare il significato del testo di “Egoista”, l’inedito che lei ha scritto per Sanremo?

«Sì, volentieri. Racconto di un momento in cui mi sono sentita egoista, per l’appunto. A volte lo siamo un po’ tutti, è normale. Ma in amore dovremmo pensare di più all’altro che a noi stessi. Infatti appena incontriamo una persona davvero speciale l’egoismo scompare».

È una specie di confessione personale?

«Be’, in un certo senso sì. Io sono una che pensa parecchio e a volte mi sono ritrovata a meditare su quanto fossi stata egoista».

Secondo lei che si confronta ogni giorno con i suoi coetanei, i millenials sembrano non avere un buon feeling col pensiero, preferendo affidarsi all’istinto. È corretto o è soltanto una mia impressione?

«La nostra è una generazione che si sente molto sola».

Cerchiamo uno dei tanti colpevoli: i social?

«D’accordo. Sono un disastro. Quando mi rendo conto di aver esagerato cerco di allontanarmi».

Il suo mestiere, però, impone un contatto frequente col pubblico.

«Ah certo, se non cantassi ne farei volentieri a meno. O per meglio dire li userei ogni tanto».

È superstiziosa? Si metterà in tasca degli amuleti, a patto che il vestito le preveda?

«No, per niente. Non lo sono e non voglio nemmeno iniziare».

Stato d’animo odierno?

«Buono, sono abbastanza rilassata. La scorsa settimana per niente. Stavo all’inferno».

Serata cover. Qualcuno già si lamenta. E basta con ‘ste cover!!

«Ma dai, no. È sempre stata una puntata divertente».

Una canzone del passato che canterebbe volentieri?

«Mi sei scoppiato dentro al cuore di Mina. Meravigliosa. (E Shari la accenna al telefono. Brividi).

Invece?

«Canterò con Salmo un medley di Zucchero».

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