Sistemare gli armadi ti può cambiare la vita: consigli dal Giappone

UDINE. Tutti pazzi per Marie Kondo, autrice de “Il magico potere del riordino” (Vallardi, 13.90 euro, 256 pagine), consulente domestica in stile Japan, dal metodo infallibile per l’amore di sé attraverso l’arte dello svuotamento degli armadi, e non solo. Primo in classifica in tutta la nazione, questo manualetto, che profuma di pulito e di fresco, ci dà sagge e precise lezioni zen su come ripulire la nostra casa. Niente di più gradevole da consigliare sotto l’ombrellone per buoni propositi autunnali, oppure dentro le quattro mura in attesa delle ferie, quando qualunque suppellettile si abbia intorno genera caldo.
In Giappone l’arte del riordino è una vera e propria forma di cultura e la Kondo, in arte Konmari, professoressa in questo campo, è riuscita a far buttare ai suoi studenti più di un milione di oggetti.
Altro che Donna Letizia con la sua arte del ricevimento, qui si tratta di mettersi in gioco con le proprie memorie, con i ricordi più sentimentali, rivoltando non solo i calzini con metodo Konmari, ma tutta quanta la vita.
Non so come la pensiate ma io più leggo più mi sale l’angoscia: liberarmi dei miei feticci, eh no! Ecco però chi l’ha praticato: «La mia vita di coppia è visibilmente migliorata?». «Senza rendermene conto, ho perso tre chili».
Come Giulia Enders, la biologhina star della tv, con il suo “Intestino felice”, anche la Kondo è ormai principessa mediatica. La biografia parla da sola: a 5 anni diventa lettrice di riviste per casalinghe, alle medie legge il bestseller di Nagisa Tatsumi “L’arte di buttar via” che le apre la mente, e così, pian piano, si fa le ossa buttando e buttando via un mare di oggetti e poi? Poi diventa la consulente domestica più amata dell’Oriente, a tariffe orarie indefinibili per noi precari italiani.
Non mi riferisco solo alle casalinghe ma anche a manager e uomini d’affari, a cui insegna come tenere in ordine il proprio ufficio. Le lezioni sono individuali, «ci si prenota tre mesi prima», scrive, lei che va su e giù per il Giappone a visitar case... da ribaltare.
Qualche esempio pratico? Innanzitutto «non riordinate stanza per stanza, ma categoria per categoria». Cioè tirate fuori tutti i vestiti, stendeteli sul pavimento, e esaminateli uno per uno. «Buttate via ciò che non serve e trovate una collocazione a quello che rimane». È un evento speciale e bisogna farlo tutto in una volta. No alla teoria del «un po’ al giorno».
La parola “cura” in giapponese si indica con il termine “teate” che significa alla lettera “imposizione delle mani” e dunque, come dice la poetessa del vuoto domestico: «gli effetti che ne derivano dal piegare i vestiti, non sono solo questi. Il vero beneficio è che così facendo nel momento in cui li toccherete con le mani, riverserete in loro la vostra energia».
Attenzione al capitolo sui libri: la madama chiede solo di sfiorarli e poi decidere. Guai a leggerli: confonderebbe il nostro senso di discernimento. Classico stile giapponese: superalgido.
Mi sfiora l’idea che la Kondo non sia un’accanita lettrice come noi del Genius.
@ecommessatti
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