Somma e la figlia Cartisia raccontano Hemingway «Ci insegna la speranza»

Domani sarà trasmessa la lettura scenica de “Il vecchio e il mare” Sul palco anche il violinista Bonaccini. Oggi l’attore ospite dell’Ert 



La cosa bella è che accanto a Sebastiano Somma, sul palco, c’è la figlia, a cui tra il serio e il faceto sta insegnando il mestiere. Quella brutta, invece, è che davanti a quel palco non ci sarà il pubblico con mani sollevate in scroscianti applausi. La pandemia è così, mette certe distanze e assottiglia i portafogli. Lo streaming aiuta un po’ a sentirsi vivi, in attesa di tempi migliori. L’attore di Castellammare di Stabia – che qui è anche regista – e la figlia Cartisia racconteranno Hemingway calandosi, rispettivamente, in Santiago e Manolin de “Il vecchio e il mare”. Lo spettacolo sarà trasmesso domani, alle 21, sulla pagina Facebook dell’Ert Fvg (e poi su Youtube), dove oggi, alle 18.30, l’artista sarà intervistato da Angela Caporale. «In attesa di tornare live in Friuli».

Un grande classico della letteratura americana – che valse all’autore nel 1953 il Pulitzer – capace di emozionare ancora oggi, ancor più se ad accompagnare la lettura scenica ci sarà il violino del maestro Riccardo Bonaccini, che vanta collaborazioni con Ennio Morricone e Uto Ughi. Il romanzo di Ernest Hemingway è stato rivisitato da Somma e adattato da Lucilio Santoni durante il primo lockdown, un anno fa. «Sono riuscito a proporlo d’estate e prima della chiusura del 25 ottobre scorso nei teatri – spiega –, nella piccole sale comunali e nelle biblioteche dove si crea una complicità con il pubblico incredibile. Il testo mi appassiona molto, perché mi ha dato molti spunti di riflessione. Dalla solitudine in cui siamo caduti e in cui si ritrovano gli anziani alla maggiore voglia di godere delle piccole cose, a partire dalla natura. E, ancora, dalla speranza che infonde al vecchio pescatore Manolin, l’unico che sa comprendere davvero Santiago, alla rinascita dopo la sconfitta, che – sottolinea Somma – auspichiamo tutti quanti».

Ma non c’è soltanto questo. A far battere il cuore di gioia e d’orgoglio a papà Sebastiano è il fatto di avere con sé Cartisia. «Mia figlia ha quasi 16 anni – dice – e si è calata nel ruolo del maschietto, Manolin. Ha letto il romanzo d’un fiato e si è lasciata commuovere dal rapporto che si instaura tra il vecchio e il ragazzino, un rapporto facilmente trasferibile anche nel quotidiano della nostra famiglia. Per lei è ancora un gioco, un bel gioco per il quale si deve avere un profondo rispetto: avrà tempo per capire cosa vorrà fare nella vita. Sicuramente per noi è stato un progetto meraviglioso».

Il rammarico, naturalmente, è di non poter portare queste emozioni in una sala vera, ma lasciarle filtrare attraverso lo schermo anonimo di un tablet, un pc o uno smartphone. «Ringrazio moltissimo gli amici dell’Ert – indica Somma –, a cominciare da Renato Manzoni, e l’amministrazione comunale di Sacile: questo spettacolo ci tengo a rappresentarlo in Friuli, regione che porto sempre nel cuore, e se questa pandemia non avesse continuato a mettere il bastone tra le ruote lo avrei dovuto rappresentare allo Zancanaro davanti al pubblico». E lancia un appello, l’ennesimo: «Gli operatori dello spettacolo non possono andare avanti così – ribadisce –: centinaia e centinaia di persone che hanno difficoltà a mettere il piatto in tavola. L’Europa si deve impegnare di più sul fronte vaccini e il governo italiano deve capire che il settore non può proseguire oltre in questo modo». —



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