La Storia (di) Vera: Moretti e Valoppi sulla tragedia della deportazione
Nella ricorrenza della Giornata della memoria saranno proposte alcune repliche della lettura scenica tratta dal libro di Ivano Urli
Nella ricorrenza della Giornata della memoria, Flavia Valoppi e Claudio Moretti propongono alcune repliche di Storia (di) Vera, lettura scenica tratta dal libro di Ivano Urli. Si inizia nella mattinata di venerdì 24 gennaio, con una replica dedicata agli studenti, nell’Auditorium della Scuola di Primo grado di Rivignano-Teor. Sabato 25 gennaio, alle 20, la rappresentazione, promossa dall’Ute del Codroipese, si terrà nella sala consiliare di Varmo.
Lunedì 27, invece, matinée dedicata alle ragazze e ai ragazzi della Scuola Secondaria di Primo Grado di Mortegliano e alle 20.30 la pièce verrà presentata nella Casa della Gioventù di Lavariano. Martedì 28 gennaio, alle 20.30, su iniziativa dell’amministrazione comunale, il racconto verrà presentato nella Sala consiliare di Sedegliano.
A febbraio, sono previste due repliche (con date da concordare) in Istria; la prima per gli studenti dell’Istituto Scolastico di Verteneglio e la seconda a Umago. Il tour si concluderà il primo marzo, alle 20.30 nella Biblioteca Civica di Bagnaria Arsa. L’incontro è organizzato dal Ccsr di Campolonghetto-Chiarmacis.
«Era nostra intenzione trovare una storia locale che parlasse dell’esperienza indicibile della deportazione – raccontano gli interpreti – , una storia della nostra gente, del vicino di casa. L’abbiamo trovata a Lestizza, trascritta dalla penna piena di ironia ed estro di Ivano Urli, dal suo racconto “Storie di Vera, frute a Kijev, fantate a Buchenvald, femine in Friûl” da cui abbiamo tratto i momenti salienti».
Si narra la storia rocambolesca di una donna russa che incontra un friulano nei campi di lavoro in Germania; i due si innamoreranno e varranno a vivere in Friuli. Un racconto come tanti di umiliazione e sopraffazione, ma anche di riscatto e di viva memoria che viene proposto a due voci , nei due idiomi, friulano e italiano, senza interruzioni.
«Ricordare e tramandare è un dovere: la memoria è l’atto di riprodurre nella mente l’esperienza passata, e vogliamo essere grati a tutti i sopravvissuti che hanno, anche con fatica, raccontato le loro esperienze. La memoria bisogna allenarla e mantenerla viva e noi vogliamo farlo testimoniando la vita di Vera Chmaruk».
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