La strage di via D’Amelio a teatro: così si ricorda un angelo custode
L’evento in memoria dell’agente Eddie Walter Max Cosina, che perse la vita mentre difendeva Paolo Borsellino. Uno spettacolo al teatro Ristori di Cividale e un incontro con le scuole
È stato uno di quegli “Angeli custodi” pronti a fare “Un passo avanti nel pericolo, due indietro davanti al successo” (citando subito titolo e sottotitolo dello spettacolo teatrale dedicatogli): Eddie Walter Max Cosina, nato in Australia da una famiglia di triestini emigrati, poi tornato nella terra natale, a Muggia, entrato in Polizia e rimasto vittima, nel luglio del 1992, dell’attentato che costò la vita al giudice Paolo Borsellino e agli altri quattro agenti della scorta, è esempio luminoso della capacità, e volontà, di anteporre il bene comune al proprio.
La sua storia è un monito: e se ricordarla appare un dovere, raccontarla – a cominciare dalle nuove generazioni – può diventare una grande opportunità, un’occasione di formazione civica, di sensibilizzazione, di crescita. Di questo sono convinti gli Artisti Associati di Gorizia, Centro di produzione teatrale – diretto da Walter Mramor – che ha accolto con entusiasmo la proposta ricevuta dagli ideatori del testo, Riccardo Irrera e Francesco Gusmitta, impegnato anche come interprete.
«Ricostruire con la forza del teatro la vicenda di un uomo del nostro territorio che ha perso la vita in uno dei peggiori attentati subiti dal Paese per mano della mafia ci è parsa la modalità più efficace per arrivare ai cuori di un pubblico vario», hanno detto autore e attore nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’evento, tenutasi martedì 28 gennaio a Cividale perché proprio la città ducale – su input del consigliere regionale Elia Miani – ospiterà la prima, in calendario per il 26 febbraio al teatro Ristori, al mattino per le scolaresche e in serata per il pubblico.
Gli studenti sono appunto i principali destinatari della pièce, che grazie al supporto di Promoturismo proseguirà poi in un tour regionale destinato a toccare molte altre località: sono già stati presi contatti, ha anticipato Mramor, con Gorizia, Palmanova, Tavagnacco, San Daniele, Tarvisio, Gemona, Codroipo, Monfalcone, Latisana, Sacile. «Il teatro – ha commentato ancora – sa generare un’empatia unica: proprio per questo è uno strumento estremamente efficace per veicolare messaggi come quello trasmesso da “Angeli custodi”» .
E sulla «necessità» di questa narrazione scenica ha posto l’accento Riccardo Irrera: «Ho sentito – ha detto – l’impellenza della trasmissione del concetto di sacrificio fisico e ideale. Parliamo di persone che non hanno mai esitato a spingersi avanti per tutelare chi era stato loro affidato: doverosa la gratitudine, che noi cerchiamo di esprimere con una rappresentazione».
Ispirato da Lorenzo Tamaro, segretario regionale aggiunto e segretario provinciale del Sindacato Autonomo Polizia di Trieste, “Angeli custodi” srotola il filo rosso che unisce le persone dando vita alla società civile e omaggia i cosiddetti “numeri 2”, chi cioè lavora dietro le quinte, come nel caso dei poliziotti chiamati a proteggere Borsellino e, prima di lui, Giovanni Falcone.
Come Eddie Walter Max Cosina, che perse la vita per essersi offerto due volte volontario, prima come agente di scorta in una fase storica drammatica e poi – il giorno dell’attentato – per far riprendere le forze al collega che era arrivato da Trieste proprio per sostituire lui. Sapendolo affaticato dal viaggio, Cosina prese servizio al posto suo, nonostante non fosse tenuto a farlo, come ha ricordato l’assessore regionale alla sicurezza Pierpaolo Roberti:
«Questo progetto – ha evidenziato – rievoca un periodo tragico attraversato dal nostro Paese: spiegarlo ai giovani con il linguaggio teatrale è una scelta estremamente valida, a maggior ragione in un momento in cui troppo spesso vediamo vacillare il rispetto verso le forze dell’ordine». Sul valore dell’operazione hanno posto l’accento anche il sindaco di Cividale, Daniela Bernardi, e il governatore Massimiliano Fedriga: «Iniziative così – ha dichiarato il presidente – servono a creare la cultura della legalità e del bene comune, facendo capire che un’istituzione può essere forte solo se anche la comunità lo è».
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