Tradizione e futuro il teatro friulano è a una svolta con il progetto Licôf

fabiana dallavalle
È Licôf, il nome scelto per il debutto della neonata associazione Teatri Stabil Furlan (Tsf) che inaugura la propria attività venerdì e sabato prossimi, al San Giorgio di Udine. Due giorni di incontri, presentati ieri al teatro nuovo Giovanni da Udine, alla presenza del sindaco di Udine Pietro Fontanini e del presidente del Tsf Lorenzo Zanon, che prevedono messinscene e iniziative con drammaturghi, attori e registi, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio della tradizione teatrale friulana. Una realtà culturale che mette radici in un’idea nata nel 1979, con Nico Pepe, attore, regista e critico teatrale udinese, e portata avanti con impegno da Bepi Agostinis. Per il regista e attore Massimo Somaglino, coordinatore artistico: «con il gruppo di lavoro ci siamo chiesti, cosa c’è già in Friuli di teatro friulano e in friulano? Cosa invece manca? Si tratta ora di costruire un centro teatrale che più che aggiungere abbia il compito di gestire, stimolare, sostenere, ampliare eccellenze per connettersi con una rete di teatri delle lingue minoritarie a sostegno di diversità, pluralità, nutrendosi della tradizione ma guardando al futuro».
Sei sono gli ambiti teatrali, ciascuno dei quali è stato assegnato a un drammaturgo che ha proposto un testo, che andrà in scena in versione ridotta, (un trailer di venti minuti). Il Licôf, si gioverà inoltre della presenza di studiosi e operatori legati al mondo della cultura friulana come Gianni Cianchi, Francesca Gregoricchio, William Cisilino e Paolo Patui, che presenteranno e approfondiranno i testi teatrali proposti.
Venerdì apertura di sipario alle 19 con protagonista, con la regia di Serena Di Blasio, “Four” di Claudio Moretti, Fabiano Fantini e Elvio Scruzzi, testo proposto da Carlo Tolazzi per l’ambito “Drammaturgia contemporanea”. Alle 20 sarà la volta di “Marta”, testo nato dal laboratorio di drammaturgia MateâriuM per le “Nuove proposte” e scritto da Alessandro Di Pauli, Stefania Ursella e Dario Paolo D’Antoni, regia a cura di Paolo Nikli. Alle 21 chiude “La Casa”, il primo dramma teatrale di Siro Angeli, poeta, drammaturgo e sceneggiatore nato a Cesclans, in Carnia, nel 1913 e morto a Tolmezzo nel 1991.
Il testo, proposto da Paolo Patui per l’ambito “Teatro di tradizione”, andrà in scena con la regia di Carlotta Del Bianco. Sabato, alle 19, Il diavolo e la gubana, testo scritto dalla scrittrice Chiara Carminati, che lo ha proposto per la sezione “Teatro ragazzi”. La leggenda è stata tradotta in friulano da Priscilla De Agostini e adattata al teatro dei burattini di Michele Polo e Patrick Platolino. Alle 20, con la regia di Claudio Mezzelani, andrà in scena “Le donne di Gregoricchio” per l’ambito “Adattamenti teatrali”. Chiusura alle 21 con “L’ùali di diù” di Miklos Hubay, tradotto da Carlo Tolazzi nella variante della lingua friulana della Val Pesarina e proposto per l’ambito “Traduzioni” da Massimo Somaglino, cui è stata affidata anche la regia.—
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto