Tre documentari del Fvg selezionati ai Nastri d’argento
Sono nelle cinquine finaliste: si tratta di “E tu slegalo” di Maurizio Sciarra, coprodotto da Agherose, “Il frastuono e il silenzio” di Gianpaolo Penco, prodotto da Videoest, e “No More Trouble – Cosa rimane di una tempesta” di Tommaso Romanelli
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Tre documentari prodotti in Friuli Venezia Giulia sono stati ufficialmente selezionati per entrare nelle cinquine finaliste dei Nastri d’Argento, categoria “Cinema del reale”: si tratta di “E tu slegalo” di Maurizio Sciarra, coprodotto da Agherose, “Il frastuono e il silenzio” di Gianpaolo Penco, prodotto da Videoest, e “No More Trouble – Cosa rimane di una tempesta” di Tommaso Romanelli, prodotto dalla Indigo Film con Teorema Studio e distribuito dalla Tucker Film.
“E tu slegalo”, diretto da Maurizio Sciarra, prodotto da Le Talee e Agherose, in collaborazione con Rai Documentari, con il sostegno di Fondo per l’Audiovisivo del FVG, con il contributo di FVG Film Commission – PromoTurismoFVG e AAMOD e il patrocinio della Fondazione Franco e Franca Basaglia, celebra il centenario della nascita di Franco Basaglia, psichiatra e direttore degli Opp di Gorizia e Trieste, a cui si deve la chiusura dei manicomi e la legge 180/1978 che porta il suo nome.
I suoi allievi diretti e le generazioni immediatamente successive raccontano quali furono le idee con cui lo psichiatra elaborò le rivoluzionarie teorie sulla salute mentale, ponendo al centro la persona e il suo disagio, e demolendo le istituzioni manicomiali. Da allora, al centro della cura del disagio mentale c’è la persona e la sua dignità: “la libertà è terapeutica”.
“Il frastuono e il silenzio” di Giampaolo Penco, prodotto da Videoest, con il sostegno del Fondo per l’Audiovisivo del Fvg e del Mic, racconta gli ultimi anni di vita di un uomo di 90 anni, di vitalità straordinaria, che indirizza ogni sforzo a tenere nelle sue mani tutti i fili che lo legano alle sue tante vite. È Toni Negri, filosofo spinoziano e marxista, che pensava che la libertà si acquista con la lotta contro il potere costituito. È una storia di scontri, di scelte politiche estreme. Negli anni Settanta il suo nome ha monopolizzato l’attenzione dei media. Poi è stato espulso dalla storia italiana, ma come filosofo ha avuto importanti riconoscimenti all’estero. In Italia il potere costituito lo ha ritenuto responsabile della violenza proletaria. È stato incarcerato, accusato di molti crimini, e alla fine condannato per insurrezione contro lo stato.
“No More Trouble – Cosa rimane di una tempesta” di Tommaso Romanelli, prodotto dalla Indigo Film con Teorema Studio e distribuito da Tucker Film, è la storia di un padre, di una madre e di un’onda assassina. Ma, soprattutto, è l’indagine sentimentale di un figlio. Un figlio che di quel giovane padre, appassionato e avventuroso, non ricorda nulla. Il film ci riporta alla notte del 3 aprile 1998: l’equipaggio di Giovanni Soldini sta fronteggiando una depressione atmosferica violentissima al largo delle coste francesi. Sbalzato fuori bordo mentre timona Fila, barca del futuro che lui stesso ha progettato, Andrea non sarà mai più ritrovato...
Venticinque anni dopo, attraverso il linguaggio del cinema, la memoria diretta dei testimoni e la potenza dei materiali d’archivio, Tommaso Romanelli avvia una ricerca alla scoperta del padre: velista senza paura, ingegnere visionario e dolcissimo marito.
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