A Udine l’omaggio a Lucio Dalla con La sera dei miracoli
Mercoledì 22 gennaio Lorenzo Campaini al Teatrone: «Le sue canzoni sono sceneggiature di film»
La musica di Lucio Dalla torna a riempire i teatri. Sono passati quasi 13 anni dalla scomparsa dell’artista bolognese ma le sue canzoni continuano a far cantare, ballare e riflettere pubblici di ogni età.
Mercoledì 22 gennaio, al Teatro Nuovo Giovanni da Udine si vivrà “La sera dei miracoli”, un sentito omaggio a Lucio Dalla. Organizzato da Vigna Pr in collaborazione con Good Vibrations Entertainment, il concerto vedrà sul palco il cantante Lorenzo Campani, accompagnato da Luigi Buggio alle tastiere e alla direzione musicale, Marco Vattovani alla batteria, Ivan Geronazzo e Marco Locatelli alla chitarra e agli arrangiamenti e al basso Alessandro Leonzini.
«È un progetto nato nel 2012, dopo la morte di Dalla, e dall’esigenza di sentirmi le sue canzoni ancora addosso – spiega Campani –. Stiamo avendo una risposta bellissima dal pubblico».
Come si costruisce un live come il vostro?
«Pensando di dare vita a un omaggio e non scimmiottando l’artista. Non siamo imitatori, bensì musicisti che lavorano sulla musica e gli arrangiamenti con il cuore».
Dopo tutto questo tempo come si è evoluta “La sera dei miracoli”?
«Cerchiamo di aggiungere qualcosa di nuovo, qualche brano con un nuovo arrangiamento. Continuiamo ad ascoltare Dalla per uscire dalla gabbia della copia e dare vita a una nostra interpretazione».
Lei è stato Clopin e Qasimodo nell’opera moderna Notre Dame de Paris di Riccardo Cocciante, dando voce a delle canzoni che lo stesso autore canta nei suoi live. Che differenza c’è nel cantare le canzoni di Dalla?
«Innanzitutto per interpretare Notre Dame ci si deve attenere a una regia. Le canzoni narrano la storia che viene portata in scena. Con le canzoni di Dalla invece c’è una maggiore libertà di espressione, anche se ormai io percepisco un percorso narrativo anche in questo concerto».
Dalla è un artista che piaceva al grande pubblico anche se i suoi testi non sono mai banali, bensì, in alcuni casi, sono particolarmente ironici e colti. Qual’è il segreto del suo successo secondo voi?
«Il suo chitarrista storico, Ricky Portera, ci ha rivelato, in passato, che le canzoni di Dalla sono come sceneggiature di film. Tanti piccoli cortometraggi. Basti pensare a “Balla balla ballerino”, che è stata per molti etichettata come una canzone con un messaggio politico e che in realtà narra semplicemente un episodio della vita dello stesso cantautore. Era un uomo che amava l’arte figurativa e quella pittorica. Basta vedere a casa sua le opere che aveva collezionato e si trovano gli strumenti interpretativi per comprendere i viaggi che lui percorre nelle sue canzoni».
Dopo tanti anni, c’è una canzone che lei porta nel cuore e che ha una valenza superiore alle altre?
«Per me, da sempre, “Enna” è un vero capolavoro. È un percorso emozionale tra immagini forti che con i musicisti abbiamo costruito su uno sviluppo musicale incredibile. Poi c’è la canzone che dà il titolo al concerto “La sera dei miracoli” che è ormai diventata una sorta di portafortuna per me. Con quella canzone, infatti, sono riuscito a entrare a far parte del talent show “The voice of Italy”, facendo girare 4 giudici su 4, un’impresa non facile, conoscendo l’estensione vocale di Dalla».
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto