Un laboratorio Ue del Super 8: cinefili e artisti con Pif nelle Valli

Il festival dove non c’è piú il confine inaugura un centro di videoarte con Brera Pierfrancesco Diliberto tra gli ospiti irrinunciabili. Anche il poeta sloveno Kosovel

Chi l’avrebbe mai detto, ventiquattro anni fa? Difficile, in quell’estate del 1994, immaginare che l’avanguardistico, provocatorio esperimento di un festival internazionale nel borgo più sperduto delle Valli del Natisone fosse destinato a un futuro roseo, capace di trasformare il minuscolo abitato di Topolò nella specialissima patria di una “dimensione” culturale di frontiera e nel contempo senza confini. Quello che allora sembrava utopia oggi è realtà: la Stazione di Topolò – Postaja Topolove, rassegna nata dall’intuizione di Moreno Miorelli e Donatella Ruttar (da sempre curatori della proposta artistica), è ormai realtà “globale” e fulcro di un’attenzione in crescita progressiva, come attestano le 13 tesi di laurea dedicatele e «il vivo interesse – sottolinea Miorelli – di giornali, radio, televisioni e web». Il cartellone dell’edizione 2018, la venticinquesima (6-15 luglio), è pronto: sarà pubblicato sul sito www. stazioneditopolo. it fra qualche giorno, ma il curatore è prodigo di anticipazioni.

Partiamo dal nome di richiamo per il grande pubblico: Pif ci sarà, di nuovo, insieme allo sceneggiatore Michele Astori. La sua storia d’amore con Topolò si consolida, dunque, e il popolo della Stazione – entusiasta delle precedenti performance dell’attore – ringrazia: l’appuntamento è per sabato 7 luglio. Ma questa non è che la punta dell’iceberg. «Nell’edizione alle porte – svela Miorelli – marcatissima sarà l’impronta della settima arte». Cinema sovrano, quindi. «Proporremo – racconta il “padre” della Stazione – un laboratorio di montaggio in super 8, curato dalla regista milanese Alina Marazzi, e installazioni video; ospiteremo il regista catalano Carlos Casas (che proseguirà a Topolò il suo work-in-progress Avalanche, iniziato nel 2003 in un remoto villaggio del Pamir), un altro regista, Sandro Baldoni (Nastro d’Argento per il miglior documentario italiano del 2017), il novantenne Alojš Žerjal, esploratore e anch’egli regista. Offriremo il meglio della vivace cine e videoarte slovena, con Matjaž Ivanišin e il veterano Andrej Zdravic; ci saranno poi il croato Igor Bezinovic, il curdo Gurtan Keltek, le animazioni di Cosimo Miorelli».

Un nuovo “ente” , inoltre, si appresta a nascere a Topolò: è l’Accademia del Passo Ridotto, interamente dedicata al super 8 e realizzata in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera.

Seconda colonna portante del programma è la musica: vari i progetti basati sull’interazione e l’esplorazione dell’ambiente sonoro che caratterizza il paese e i suoi dintorni, con protagonisti l’americano Michael Delia, autore di sorprendenti oggetti musicali, il ceco Jan Visocky, l’udinese Filippo Orefice, che sarà impegnato in un “corpo a corpo” tra il suo sax e le cascate di Stamorciak, il veneziano Nicola Di Croce. Vi saranno pure stelle del jazz friulano (Giovanni Maier e Flavio Zanuttini), l’arpista Emanuela Battigelli, il percussionista Zlatko Kaucic, che festeggerà i 40 anni di attività con un solo dedicato a Topolò, la pianista Luisa Valeria Carpignano, il duo Canary Pipe (spazierà da Monteverdi a David Bowie), il trio Homo con la sua “musica per l’uomo di Neanderthal”, impreziosita dai flauti d’osso della macedone Katinka Dimkaroska. La sezione narrativa sarà animata dallo scrittore Tiziano Fratus, da Janja Šusnjar, Miha Mazzini, Tatjana Rojc, dal ricercatore Stefano Del Medico, dal custode dei semi Marco Zozzoli, dal regista Christopher Thomson, per citare alcuni nomi. E una serata, quella di mercoledì 11 luglio, verrà dedicata al grande poeta sloveno Srecko Kosovel.



Riproduzione riservata © Messaggero Veneto