Una collezione di bambole al Museo della vita contadina
Sarà esposta a San Vito al Tagliamento la collezione di Renata Dri: giovedì 18 aprile l’inaugurazione della rassegna

SAN VITO AL TAGLIAMENTO. Approda per la prima volta al Museo della Vita contadina “Diogene Penzi” di San Vito al Tagliamento la collezione di bambole in costumi tradizionali delle regioni d’Italia di proprietà di Renata Dri.
La raccolta è il frutto di passione e lavoro ultratrentennali, che hanno portato la collezionista a compiere numerosi viaggi nelle regioni italiane alla ricerca delle informazioni storiche e tecniche sui costumi e sulle maestranze in grado di confezionarli, un’impresa ricca di sfide.
Organizzata da Erpac Fvg e Gruppo Costumi Tradizionali Bisiachi, la mostra s’intitolerà “La tradizione in costume. La collezione di bambole di Renata Dri” e verrà inaugurata oggi, venerdì 19 alle 17, per poi rimanere aperta a ingresso gratuito fino al 16 giugno.
La mostra presenta una selezione di ventuno bambole della collezione di Renata Dri, che attualmente conta oltre un centinaio di pezzi ed è in continua espansione. Bambole che hanno tutte una storia personale: alcune sono nate come giocattoli di pregio agli inizi del Novecento, altre sono state utilizzate come manichini in miniatura per negozi d’abbigliamento negli anni Cinquanta, altre ancora sono state costruite appositamente per la collezione.
I costumi sono stati realizzati su commissione da artigiani specializzati, sulla base delle informazioni recuperate da pubblicazioni del settore e dall’osservazione diretta di costumi conservati in vari musei etnografici italiani.
I costumi delle bambole in esposizione ben rappresentano il mosaico di culture diverse che hanno animato e continuano ad animare la regione Friuli Venezia Giulia: friulana, bisiaca, giuliana e slovena, passando da Pordenone alla Carnia, dall’Isontino fino a Trieste.
Non mancano, ovviamente, confronti interessanti con altre regioni d’Italia, come i ricchissimi e variopinti abiti da sposa di Lugro (Cosenza) e di Oristano (Sardegna). I dettagli degli abiti sono resi con minuziosa attenzione, utilizzando tessuti, come la seta, il cotone e la lana, il più possibile corrispondenti a quelli tradizionali. Spiccano in modo particolare i ricami, le fantasie degli abiti e l’accuratezza delle calzature, come degli zoccoli di legno e dei caratteristici scarpez friulani.
L’allestimento proposto inserisce le bambole nelle suggestive sale del Museo “Diogene Penzi” - la cucina, la lavorazione della canapa e della bachicoltura, la cura dell’infanzia e l’abbigliamento – mettendole in dialogo con i manufatti d’uso quotidiano che idealmente ricreano il modo contadino di fine Ottocento e inizio Novecento.
Nato dalla febbrile e instancabile attività collezionistica di Diogene Penzi, insegnante, preside ed etnologo di vaglia, il museo a lui dedicato è allestito in una delle barchesse di Palazzo Tullio Altan, dimora gentilizia tra le più illustri del territorio sanvitese. Il complesso si fregia anche di un giardino all’italiana e di un parco rinomati per bellezza dell’impianto e ricchezza delle fioriture.
Gestito da Erpac Fvg, il museo si articola su più piani e affronta il tema della vita contadina a partire da tutti gli aspetti legati al quotidiano: la famiglia, l’arredo domestico, la cucina, l’abbigliamento, per arrivare a tutte le attività destinate al sostentamento e alla produzione di reddito. L’esposizione abbina agli oggetti un ricco corredo iconografico che ne chiarisce contesto e uso.
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