Ungaretti e il Carso in due mostre: a Gorizia e Monfalcone video, immagini e dipinti celebrano il poeta-soldato
Al museo di Santa Chiara e alla Galleria d’arte contemporanea le opere sull’autore. Il lancio il 26 ottobre con il curatore Goldin e Anzovino che presentano l’evento “Musica a colori”

Un percorso anomalo, contrario alle regole tradizionali: si parte dall’ultimo piano, dove son collocate 99 sedie e un grande schermo. È qui che appassionati e curiosi potranno entrare nel clima del periodo grazie a un docufilm di quaranta minuti: verrà proiettato ogni tre quarti d’ora e quale accompagnamento avrà le musiche di Remo Anzovino. Anticipa il curatore Marco Goldin che non sono previste visite guidate, sostituite appunto da video, immagini e altri materiali presenti al Museo di Santa Chiara.
Le mostre, in ogni caso, sono due, racchiuse nel titolo “Ungaretti poeta e soldato. Il Carso e l’anima del mondo. Poesia pittura storia”. Alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone si potrà infatti ammirare “Da Boccioni a Martini. Arte nelle Venezie al tempo di Ungaretti sul Carso”. Ma è a Santa Chiara che Goldin e Anzovino, sabato 26 ottobre, saranno i protagonisti dell’evento di apertura: dalle 19.30 in poi; il recital del pianista, intitolato “Musica a colori”, è fissato per le 21.15. Biglietto acquistabile su lineadombra.it.
L’allestimento, intanto, è cominciato e andrà avanti fino a martedì 22 ottobre: uno staff di una decina di persone è al lavoro. E, a Monfalcone, l’arrivo delle opere, circa 65, era previsto per la mattina del 16 ottobre. A Gorizia, invece, sono un centinaio: dodici artisti di tutta Italia, nel novembre 2023, hanno passato tre giorni sui luoghi ispiratori del “Porto sepolto” scattando foto, realizzando disegni. Quindi, in questi mesi hanno creato i dipinti che, dal 26 ottobre, saranno alle pareti del Museo e che, dunque, sono inediti. Laura Barbarini, Graziella Da Gioz, Franco Dugo (l’unico goriziano), Giovanni Frangi, Andrea Martinelli, Matteo Massagrande, Francesco Michielin, Cesare Mirabella, Alessandro Papetti, Franco Polizzi, Francesco Stefanini e Alessandro Verdi. Ecco gli artisti presenti a Santa Chiara. Che, tuttavia, si inseriscono in quello che Goldin definisce “un racconto integrato”. Infatti, non mancano tre teche di oggettistica bellica (con reperti in primis dei Musei provinciali di Gorizia, ma anche di collezionisti privati) come pure, ai piedi di una grande immagine al pianterreno, con i soldati in tragitto da Sdraussina al San Michele, una autentica installazione: filo spinato, una mitragliatrice, un telefono da campo, qualche elmetto.
E, ancora, ci saranno due divise: una di un sodato italiano, l’altra di un austriaco. Poi, una chicca: una copia assicurata per 150 mila euro, della prima edizione del “Porto sepolto”, stampata da una tipografia udinese in soli 80 esemplari. Nella copertina ha il timbro della Procura del Re e la data 24 dicembre 1916, a significare, da parte del testo, il superamento della conseura. Peraltro, la copia numero uno della raccolta è in mostra a Monfalcone.
Al capolavoro di Ungaretti è inoltre dedicato il video al secondo piano di Santa Chiara con Goldin a dialogare assieme a Paolo Ruffilli inframmezzato da letture di poesie, mentre al primo piano c’è un altro video di un quarto d’ora basato sui testi dello storico Lucio Fabi: ha per titolo “Giuseppe Ungaretti soldato” e, anche in questo caso, il prodotto è inedito. A raccogliere i contenuti delle mostre ci pensa un catalogo di oltre 500 pagine con dieci saggi tra cui uno, di Alessandra Martina, a rievocare il ritorno del poeta, nel 1966, quale ospite d’onore del primo Incontro culturale mitteleuropeo, sui luoghi che cinquant’anni prima lo videro combattere.
Incentrato esclusivamente sulle opere in mostra, ci sarà inoltre un catalogo ridotto, sempre edito da Linea d’ombra, la società trevigiana che organizza le due esposizioni con il supporto economico della Regione e la collaborazione delle locali amministrazioni comunali.
La mostra di Monfalcone è invece composta da 65 opere a presentare il panorama artistico degli anni Dieci del secolo scorso nelle Tre Venezie. Il periodo aveva il fulcro a Ca’ Pesaro, ambiente di riferimento per l’avanguardia italiana dove, al di là di artisti esterni quali Boccioni e Casorati, confluivano i grandi nomi dell’avanguardia italiana. Altra nota curiosa. La prima mostra di Goldin, a Treviso, è stata inaugurata nell’ottobre 1984. Da quell’esordio son allora trascorsi quarant’anni. In questo periodo, le esposizioni organizzate dalla sua Linea d’Ombra hanno registrato 11 milioni di visitatori. «Mi è capitato altre volte di unire pittura e poesia, letteratura, ma un’iniziativa così, con connessioni così strette anche per quanto riguarda la storia, il paesaggio e tanti altri elementi non l’avevo mai fatta» commenta il curatore.
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