«Vincere a tutti i costi non è importante se non c’è l’onore»

È nato in un villaggio del nord di quindicimila abitanti e a «Udine - confessa - mi sono sentito subito come a casa, perché è una città con dimensioni umane». Matsuyama Kenichi, nel suo paese è considerato il Johnny Depp del Giappone. E noi, non possiamo non notare che il giovane e bell’attore conteso dai registi nipponici ha anche modi, molto eleganti, (inchino invece della stretta di mano) decisamente lontani da quelli della star americana, Pirata dei Caraibi.
Al Far East Film Festival, Matsuyama ha portato il suo ultimo film Satoshi: a move for tomorrow, del regista Mori Yoshitaka, presente con la produttrice, Nozoe Ryoko, al Coffee & Talks di ieri mattina in cui gli ospiti illustri del Feff incontrano pubblico e giornalisti.
La japanese chess drama, è quella di un nerd, prodigio dello shogi, variante giapponese degli scacchi, in cui i campioni sono vere celebrità, «come le star del baseball», svela lo stesso regista. Murayama emergerà nell’ambiente grazie a uno stile non convenzionale. Non mancano i colpi di scena e una morale: «l’importante non è vincere a tutti i costi. Bisogna vincere con onore». La differenza con i molti film made in Giappone?
«Innanzi tutto è una storia vera, racconta il protagonista. La maggior parte delle pellicole sul mercato prende spunto dai Manga e dunque, gli spettatori si aspettano storie belle cariche, recitazione compresa. Io ho lavorato sulla sottrazione. Il mio personaggio è molto distante da me, ma è esistito davvero, ed è vivo nella memoria del pubblico, non si poteva caricare per raccontarlo, solo sottrarre». Il film che ha chiuso il Tokio Film Festival, ed è arrivato in prima europea a Udine, «è un contributo per cambiare la nostra industria cinematografica», racconta la produttrice, una giovane donna consapevole del valore del film che è stato lanciato a novembre con grande successo vuoi perché la recitazione e il modo di girare sono assai lontani dall’artificiosità di certe pellicole del Sol Levante. «Raccontiamo due geni - aggiunge il regista - che attraverso gli scacchi non solo giocano, ma dialogano con il cuore e lo spirito. Habu, l’avversario di Murayama era una persona gentile e flessibile. Tra i due scacchisti c’era ammirazione e rispetto». Matsuyama che per interpretare al meglio il ruolo dello sfidante trasandato e malato, ha messo su venticinque chilogrammi, impiegando i dieci successivi mesi per tornare in forma.
«Dopo il film, sono andato in America, ho viaggiato moltissimo e ho mangiato verdura e frutta - confessa l’attore, cancellando in un colpo solo tutti gli stereotipi sulla dieta Usa a base di hamburger e mandando in frantumi il mito dell’Oriente, magro e in salute –. Il Far East è un grande festival, per un attore ospite. Ieri ho già visto un film cambogiano. Guarderò tutte le pellicole, per capire e imparare e girerò per Udine, per scoprire la vostra bella città». Le fan del Johnny Depp del Giappone, sono avvisate.
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