Coppia di Rimini, ai giovani ha insegnato a non stare sul divano

(ANSA) - ROMA, 26 APR - Stefano, quasi 60 anni, lavora in banca e la moglie 50enne è impiegata in un Ente locale. Vengono da Rimini e stamani erano in piazza San Pietro. In passato avevano incontrato papa Francesco in un'udienza generale. "Siamo riusciti a conoscerlo in quella circostanza e abbiamo capito che era quasi un nonno, una persona paterna, una persona che ti accoglieva. Guardandoti negli occhi è come se ti conoscesse da sempre". Solo a ricordare ad entrambi sgorgano le lacrime. "Siamo particolarmente dispiaciuti - spiegano - perchè è una notizia che ci ha colti di sorpresa. Ci eravamo augurati che la sua ripresa, come era apparsa dalla televisione, consentisse di accogliere gli 80mila giovani che sono qua per il Giubileo degli adolescenti e non partecipare ai suoi funerali. Tra questi giovani c'è anche nostra figlia che è partita con la Diocesi di Rimini: sono in 350. Sarà per loro un momento di particolare ricordo nella vita sia per l'incontro tra giovani ma soprattutto per il ricordo speciale che il Santo Padre ha lasciato in loro: il fatto che devono essere dei ragazzi che devono professare la loro libertà, la loro gioia di vivere, il loro non arrendersi mai. Come ha detto tante volte Papa Francesco: 'di non rimanere seduti sui divani con i loro cellulare ma di essere ragazzi che portano in giro il dono della gioia e la voglia di vivere". Stefano è ancora più commosso della moglie e non riesce a trattenersi quando parla di Papa Francesco: "La particolarità era la sua semplicità ed in questo modo è difficile da trovare. Aiutava gli ultimi e soprattutto è andato contro le regole della Chiesa". (ANSA).
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