Di Lazzaro, 'oggi il cuore ride ma ho sofferto tanto'

"Ho lottato anni per adottare da single: meglio tardi che mai"

(di Francesca Chiri) (ANSA) - ROMA, 21 MAR - "Oggi piango perché non ho quello che avrei voluto avere: dare la possibilità ad un bambino straniero di avere una famiglia. Allo stesso tempo oggi il mio cuore ride perché finalmente anche in Italia questa mia battaglia ha avuto un compimento". Lo dice all'ANSA Dalila Di Lazzaro, commentando la notizia della sentenza della Corte Costituzionale che permetterà anche alle persone singole adottare minori stranieri in situazione di abbandono. "L'importante è esserci arrivati: meglio tardi che mai", sottolinea l'attrice ricordando di essersi battuta "corpo e anima" per questa battaglia, intrapresa dopo la tragica morte, nel 1991, di suo figlio Christian, in un incidente stradale. "Ormai sono passati 40 anni da quando ho intrapreso la mia battaglia: andavo negli Stati Uniti e vedevo che lì c'erano tante persone che questo diritto di adottare lo avevano, era semplicemente il diritto di potere dare conforto a dei bimbi abbandonati. Volevo cambiare questa legge in Italia ma non ci sono riuscita. Qui era un tabù" dice Di Lazzaro ricordando la frustrazione e il dolore che questa battaglia le ha provocato. "Erano proprie le donne che mi dicevano: ' hai già avuto un figlio, non lo puoi sostituire...'. Una cosa offensiva. Io volevo aprire il mio cuore verso una creatura disastrata che, come me, aveva bisogno di amore" afferma con rimpianto. Racconta il suo percorso e le battaglie: "Andavo spesso negli orfanotrofi a trovare questi bambini, mi ero affezionata a loro ed in particolare ad una bimba. Era doloroso, ogni volta che andavo via piangevo. Questi bambini mi si aggrappavano ai vestiti, era uno strazio". E comunque, "questa battaglia l'ho portata avanti per tanto tempo per tutte le mamme e per le persone di buona volontà che volevano avere questa possibilità: l'ho fatto per tutta la gente che mi chiedeva di lottare. Però ho ricevuto solo dei no. Sono andata anche a Bruxelles per tentare di aprire da lì una strada per arrivare ad una legge". La battaglia, aggiunge Dalila Di Lazzaro, "mi è costata tanti soldi e mi ha creato tanti problemi. Per dieci anni mi sono adoperata anima e corpo poi ho dovuto mollare perché mi sono fatta male" conclude ricordando il grave incidente stradale di cui rimase vittima, che le causò diverse fratture e la condanna a un dolore cronico che l'ha tormentata per anni. (ANSA).

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