'Diciannove' ecco la gioventù di uno studente inquieto

(ANSA) - ROMA, 28 FEB - Nel 2015 Leonardo Gravina (Manfredi Marini), diciannovenne della Palermo bene, lascia la sua città natale per raggiungere la sorella Arianna (Vittoria Planeta) a Londra e iniziare gli studi di Business. Arrivato lì però l'entusiasmo iniziale svanisce subito e l'esaltazione si trasforma in depressione. Inizia così 'Diciannove', opera prima di Giovanni Tortorici già in concorso nella sezione Orizzonti dell'81/a Mostra Internazionale d'arte cinematografica di Venezia e ora in sala distribuito da Fandango. Sempre inquieto Leonardo, ma di quell'inquietudine che ha come paracadute i soldi alle spalle, si iscrive d'impulso all'Università di Siena per studiare letteratura, ma non comunica con nessuno, è un asociale che ha da dire su tutto e tutti. Così anche qui molla il corso e decide di studiare Dante, testi di "bella lingua" italiana e si lascia andare ad eccessi alcolici e non solo. Ama poi i volumi antichi degli scrittori trecenteschi toscani, ascolta le poesie lette da Arnoldo Foà e pensa che Roberto Benigni in fondo non ci capisca troppo del Divin Poeta e, infine, si masturba vedendo "Salò o le 120 giornate di Sodoma". Un anno dopo, questo personaggio che a molti ricorda il Lou Castel de 'I pugni in tasca', è a Torino, dove incontra un conoscente della sua famiglia con cui avrà un confronto più diretto del solito. (ANSA).
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto