Il corpo di Resinovich sempre rimasto dove fu trovato

(di Alice Fumis) (ANSA) - TRIESTE, 05 MAR - Liliana Resinovich sarebbe stata uccisa, con elevata probabilità, il giorno stesso della sua scomparsa e il suo cadavere sarebbe sempre rimasto nel luogo in cui, una ventina di giorni dopo, è stato ritrovato. Dal 14 dicembre 2021 al 5 gennaio 2022 il cadavere della 63enne sarebbe dunque rimasto adagiato tra la fitta vegetazione del parco di San Giovanni, dove un tempo sorgeva l'ex ospedale psichiatrico. Dalle nuove analisi condotte dall'anatomopatologa forense, Cristina Cattaneo, non sarebbero infatti emersi elementi tali da escludere questa possibilità, a cui si sarebbe giunti per deduzione. Legali e consulenti hanno già avuto modo di prendere visione di parte della perizia depositata in Procura a Trieste e sono in attesa di ricevere il documento integrale, che si compone di oltre 200 pagine. Le analisi, sulla base di quanto emerge, non avrebbero evidenziato sul corpo della donna segni riconducibili al congelamento. Il decesso sarebbe stato causato da asfissia meccanica esterna, contestuale o immediatamente successiva alle lesività riscontrate su parte del corpo. Tutti i dettagli questi che dovrebbero venir spiegati e sviluppati tra le pagine del corposo documento che Cattaneo ha redatto assieme a Stefano Tambuzzi, Biagio Eugenio Leone e Stefano Vanin. Il fascicolo è stato assegnato alla pm Ilaria Iozzi e a quanto si apprende nuove indagini sono già in corso. Una direzione sarebbe già stata indicata dalla perizia dopo il ritrovamento di una minima quantità di peli, appartenenti a terzi, sui sacchetti, sul pube e sugli indumenti di Liliana. C'è attesa dunque per nuove analisi genetiche e per l'eventuale iscrizione dei primi nomi sul registro degli indagati. Secondo le ultime evidenze però non ci sarebbero più dubbi: Liliana è stata uccisa. "Siamo pronti ad andare avanti: dopo una dichiarazione così forte da parte della dottoressa Cattaneo si prospetta l'individuazione di quello che può essere l'autore del reato", afferma Federica Obizzi, legale della nipote di Resinovich, Veronica. "Sono sollevato dopo questa perizia perché conferma ciò che abbiamo sempre pensato", è il commento del fratello di Lilly, Sergio Resinovich, a Storie italiane su Rai1. "Sebastiano dice 'vorrei sentire tutti', ci sono voluti tre anni per arrivare a questo, noi siamo andati avanti a cercare la verità, lui non ha fatto niente, ha sempre remato contro", aggiunge. Il medico legale Raffaele Barisani, consulente del marito di Liliana, Sebastiano Visintin, si dice "sorpreso" in particolare per due elementi finora emersi, ovvero il fatto che "il corpo di Liliana sia sempre rimasto lì e il fatto che venga ipotizzato l'omicidio come causa della morte". Ma ogni ulteriore osservazione, precisa, viene rimandata a dopo la lettura integrale della perizia. (ANSA).
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