Il voto nelle Province sarde slitta all'autunno, non al 2026

Il referendum nei Comuni con l'election day dell'8-9 giugno

(ANSA) - CAGLIARI, 29 APR - Rinvio in autunno e non al prossimo anno per le elezioni degli organi delle Province in Sardegna, secondo il nuovo assetto definito nella scorsa legislatura con sei enti intermedi più due città metropolitane. In virtù di un emendamento al testo, già modificato in commissione, passato in Aula, le elezioni dei presidenti e dei Consigli provinciali saranno indette dalla presidente della Regione entro il mese di luglio 2025 e si svolgeranno entro i sessanta giorni successivi, settembre 2025. I referendum nei Comuni che hanno già espresso ed esprimeranno (entro dieci giorni dall'entrata in vigore del testo) la scelta di cambiare Provincia di appartenenza avranno luogo, invece, "contestualmente al primo turno elettorale delle elezioni amministrative", l'8 e 9 giugno 2025, in concomitanza anche con i referendum nazionali promossi dalla Cgil. Il Consiglio regionale ha approvato, in extremis, questa mattina la proposta di legge firmata dal capogruppo Pd Roberto Deriu e dal consigliere di Orizzonte Comune Lorenzo Cozzolino e illustrata dal presidente della prima commissione (Autonomia) Salvatore Corrias, modificata più volte nel corso dell'iter ed emendata direttamente in Aula con l'anticipazione delle date. Il testo, di natura tecnica, prevede in primo luogo la riapertura dei termini "per l'accertamento della volontà dei territori interessati a far parte di una Provincia o Città metropolitana diversa da quella prospettata dall'attuale, provvisorio, assetto territoriale", e la fissazione del periodo entro il quale dovranno essere ufficialmente indette le consultazioni popolari. Da ciò, hanno spiegato i promotori, discende l'esigenza di posticipare le elezioni degli organi provinciali. Il termine previsto per indire le elezioni scadeva inizialmente domani (già posticipato nella precedente legislatura) e con questa norma, che punta anche a prendere tempo in attesa che a livello nazionale si sciolga il nodo sulle consultazioni di primo o secondo livello, si vuole garantire ai Comuni interessati da referendum la rappresentanza all'interno dell'ente prescelto. La terza disposizione, conseguente, della legge è la proroga dei commissari delle Province nominati a settembre 2024 per gestire il passaggio fino alle elezioni. Critiche dalla minoranza di centrodestra che ha parlato di "un'ennesima proroga" e "dei soliti ritardi". Per molti esponenti dell'opposizione sarebbe stato preferibile "votare subito anche con l'elezione di secondo livello e non perdere altro tempo". (ANSA).

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