Lesioni su Resinovich 'non attribuibili a evento accidentale'

Perizia suggerisce approfondimenti genetici su elementi piliferi

(ANSA) - TRIESTE, 06 MAR - L'ipotesi che la produzione delle lesività traumatico-contusive riscontrate sul corpo di Liliana Resinovich "possa essere attribuita a un evento accidentale risulta tecnicamente non prospettabile, delineando uno scenario in cui esse possono trovare una concreta e plausibile spiegazione tecnica solamente con l'avvenuto intervento di una terza persona. Non vi sono elementi tecnico scientifici che supportino l'ipotesi del suicidio". E' uno degli elementi che emerge dalle conclusioni della super perizia firmata da Cristina Cattaneo, Stefano Vanin, Stefano Tambuzzi, Biagio Eugenio Leone. Le evidenze tecniche a disposizione, osservano gli esperti, "convergono a delineare uno scenario in cui solo una dinamica omicidiaria estrinsecatasi a mezzo di soffocazione esterna diretta trova concreta motivazione tecnica". "Dagli esami esperiti - si legge ancora nelle conclusioni - sono emersi elementi piliferi (dagli indumenti, dai sacchetti che avvolgevano il capo e dai peli pubici della vittima) per cui si suggeriscono approfondimenti genetici a mezzo di nuove tecnologie di sequenziamento ultramassivo (Ngs) nell'ottica della ricerca di terze persone coinvolte. Analogo suggerimento viene esteso per l'analisi di tutti gli estratti ancora esistenti delle indagini genetiche già effettuate ritenuti pertinenti nonché per le formazioni pilifere già precedentemente campionate dalla polizia scientifica". La causa di morte "è da ricondursi a una asfissia meccanica esterna (tecnicamente soffocazione esterna diretta) contestuale o immediatamente successiva all'applicazione di lesività di natura contusiva certamente al capo, alla mano destra e molto probabilmente ad altre sedi del corpo (torace e arti)". La morte con "elevatissima probabilità" si colloca nella mattinata del 14 dicembre 2021, giorno in cui Resinovich è scomparsa, ed è "molto probabile" che il corpo "sia sempre rimasto nello stesso posto in cui è stato trovato". Non esistono elementi "anche lontanamente suggestivi del fatto che il corpo della donna possa essere stato sottoposto a procedura di congelamento". Dallo scorso fine settimana la Procura di Trieste è al lavoro per esaminare nel dettaglio la consulenza, di oltre 200 pagine. Il primo a prenderne visione è stato il procuratore facente funzioni, Federico Frezza. Il fascicolo è stato poi assegnato alla pm Ilaria Iozzi, che potrà ora seguire le sollecitazioni degli esperti per coordinare nuove indagini. Al momento, a quanto si apprende, non risulterebbero provvedimenti di misura cautelare. A disposizione della magistratura c'è anche il materiale già raccolto nella prima fase delle indagini. (ANSA).

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