Mainetti con La Città proibita porto il kung fu a Roma

(ANSA) - ROMA, 06 MAR - Un delizioso miscuglio tra un Kill Bill ambientato all'Esquilino con tanto di vendetta finale, un film alla Kim Ki-Duk, un kung-fu movie con combattimenti degni di Bruce Lee e un comedy-drama romanesco-cinese spruzzato di romanticismo da 'Vacanze romane'. Ecco l'imperdibile 'La città proibita' di Gabriele Mainetti, in sala dal 13 marzo con la PiperFilm. Protagonista Mei (Yaxi Liu), misteriosa ragazza cinese, arrivata a Roma in cerca della sorella scomparsa. Qui incontra il giovane cuoco Marcello (Enrico Borello) e la mamma Lorena (una Sabrina Ferilli sempre più mamma Roma) che portano avanti a Piazza Vittorio il ristorante di famiglia tra mille debiti dopo che il padre Alfredo (Luca Zingaretti), in crisi di mezz'età, li ha abbandonati per fuggire con una giovane donna. Mei e Marcello sono destinati a incontrarsi e si ritroveranno catapultati nel ventre criminale di un'inedita Roma dark, piena di secolare disincanto dove dovranno lottare contro criminali senza scrupoli, ma, soprattutto, contro pregiudizi e diversità culturali. Quelli soprattutto di Marco Giallini nei panni di Annibale, piccolo delinquente romano abituato alla non accoglienza, o meglio allo sfruttamento di chi approda nella sua vecchia Roma e assistito da due guardie del corpo, Cip e Ciop, in odor della vicina Casa Pound di Via Napoleone III. "Perché questo film? Perché mi sarebbe piaciuto vederlo al cinema - dice a Roma il regista di 'Lo chiamavano Jeeg Robot' e 'Freaks Out')-. La mia ricetta è sempre quella di fare storie assurde con personaggi il più veri possibile in cui ti puoi riconoscere". E ancora Gabriele Mainetti: "Sì questo film è anche una storia d'amore. L'amore c'è sempre nei miei film e in questo caso c'è anche il mio amore per le arti marziali". (ANSA).
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