Salta il matrimonio di un detenuto, 'non lasci Rebibbia'
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(ANSA) - VERONA, 23 FEB - Diventa un caso la vicenda di Ion Nicole, detenuto 51enne romeno a Rebibbia, che doveva sposarsi con la compagna lunedì 24 febbraio a Bovolone (Verona), e che invece si è visto stoppare all'ultimo, dal giudice di sorveglianza di Roma, il permesso a lasciare il carcere. Nessuno spostamento, ha sentenziato la sorveglianza, informando gli avvocati della futura sposa: "Il giudice - spiega la donna, Micaela Tosato - mi ha comunicato che abbiamo diritto di sposarci ma non di scegliere il luogo della cerimonia. Ci invita a celebrare le nozze nel carcere di Rebibbia, ma assolutamente non a Bovolone". Il che intanto fa saltare la data di domani, la festa e il pranzo di nozze e l'arrivo a Bovolone degli invitati al matrimonio. Nicolae aveva ottenuto il nulla osta alle nozze dal consolato di Romania; tra le autorità italiane e quelle di Bucarest è infatti in corso una interlocuzione per far si che Ion - fine pena prevista nel 2027 - possa scontare l'ultima parte della detenzione nel paese d'origine. La preparazione delle nozze, con pubblicazioni già fatte, aveva visto il coinvolgimento fattivo del sindaco e del Comune di Bovolone. Lo stop ora preoccupa la futura sposa, alla luce - spiega - delle minacce e dei tentativi di suicidio messe in atto da Ion negli ultimi mesi. L'uomo, trasferito solo pochi mesi fa dal carcere di Montorio (Verona) a Rebibbia, sta seguendo un percorso di giustizia riparativa, e una volta scontata la pena ha un posto di lavoro già pronto in una ditta locale. Il permesso a spostarsi dal carcere "viene concesso in caso di imminente pericolo di vita di familiari o per eventi familiari di particolare gravità - ricorda Micaela Tosato - Questo non vale solo per tutti i Nicolae di turno? Perché solo pochi mesi fa - ricorda - questo tipo di permesso veniva concesso a Chico Forti solo dopo due giorni dal suo arrivo in Italia a Montorio. La mamma, che si recò a trovare a Trento, anziana sì, ma non in pericolo di vita. Nulla da dire sulla sensibilità del magistrato che lo ha concesso, ma tale attenzione dovrebbe esserci verso tutti. Cosa che non pare". "I garanti dei detenuti di Roma, del Lazio e nazionale - conclude - si sono messi subito a disposizione fattivamente ma non è bastato, Nico ha già tentato il suicidio ed è in grado di farlo ancora". (ANSA).
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