Seajewel, da analisi greggio possibili nuove ipotesi reato

(ANSA) - GENOVA, 24 FEB - Non solo naufragio con l'aggravante del terrorismo. Dopo l'analisi del greggio trasportato dalla Seajewel, la petroliera battente bandiera maltese che la notte tra il 14 e il 15 febbraio ha subito un attacco terroristico al largo di Savona, la procura potrebbe contestare anche altri reati. E potrebbe anche coordinarsi con i colleghi europei. Se infatti dovesse emergere che il greggio trasportato è russo ci sarebbe una violazione dell'embargo deciso all'indomani dello scoppio del conflitto in Ucraina. In questo caso la norme prevedono che le violazioni siano punibili con una pena massima di sei anni. La reale provenienza del petrolio, oltre che dalle analisi, può arrivare dalla ricostruzione della rotta dell'imbarcazione, dal controllo dei certificati di origine della merce e dalla documentazione presente a bordo. L'ipotesi principale su cui lavorano gli investigatori della digos e della capitaneria, coordinati dal procuratore capo Nicola Piacente e dalla pm Monica Abbatecola della Dda, è quella di un sabotaggio fatto da filo ucraini visto che la Seajewel era stata indicata come legata alle flotte fantasma che aggirano l'embargo. Dai primi rilievi degli artificieri e dei sub del Comsubin è emerso che la prima esplosione ha fatto staccare il secondo ordigno che così non ha potuto causare danni più gravi. L'armatore della compagnia greca Thenamaris si è messo a disposizione della magistratura per fornire documentazione o informazioni utili. Venerdì la petroliera ha lasciato la Liguria per raggiungere il porto del Pireo dove verrà riparata. Nel corso delle ricognizioni gli artificieri e i sub hanno raccolto e repertato materiale utile che dovrà ora essere analizzato nei laboratori per risalire al tipo di esplosivo e di ordigno usato. (ANSA).

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