Il metodo Musk arriva alla Base di Aviano: una mail ai dipendenti per chiedere «cosa hanno fatto»

La celebre richiesta dall’ufficio management del personale è comparsa anche nelle caselle di posta dei dipendenti civili italiani: il caso

Una veduta della base militare di Aviano in una immagine d’archivio (Foto Stefano Lancia/ANSA)
Una veduta della base militare di Aviano in una immagine d’archivio (Foto Stefano Lancia/ANSA)

«Cosa hai fatto la scorsa settimana/ What you did last week» (sic). L’ultima pensata di Elon Musk, una pioggia di mail a tutti i dipendenti federali in cui viene chiesto di indicare i risultati prodotti sul proprio posto di lavoro la settimana precedente, è arrivata anche alla base di Aviano. E, a sorpresa, la celebre mail dall’ufficio management del personale è comparsa anche nelle caselle di posta dei dipendenti civili italiani. Creando non poco sconcerto.

I dipendenti coinvolti

Nell’installazione militare americana di Aviano lavorano 768 italiani, dei quali 151 nel comparto commerciale che fa capo all’Army and air force exchange service (Aafes), una ventina nel settore scolastico, i restanti nei servizi del 31º Fighter wing. Mentre i dipendenti di Aafes e scuola sono stati invitati a rispondere alla mail, il Trentunesimo ha preferito aspettare. Dalla Base spiegano che sono ancora in corso, infatti, le verifiche sul campo di applicazione della direttiva.

I sindacati

I sindacati, sulla questione, hanno preso una posizione netta. Aurora Blanca della Fisascat Cisl e Emilio Fargnoli della Uiltucs, segretari nazionali, hanno scritto proprio ieri al presidente della Commissione negoziale interforze statunitense (Jcpc). Blanca e Fargnoli hanno rimarcato che solo ad Aviano e Vicenza sono stati avviati confronti a livello locale, mentre, trattandosi di un tema di rilevanza nazionale, avrebbe dovuto essere coinvolti i vertici sindacali a Roma.

Invece dalla Jcpc nessuna comunicazione è pervenuta loro al riguardo. Fisascat e Uiltucs hanno chiesto alla commissione statunitense di illustrare le loro decisioni e motivazioni, visto che la forza di lavoro locale è sempre stata esclusa da eventuali benefici economici per precise ragioni giuridiche.

«A noi lavoratori civili in Base si applica la legislazione italiana, il diritto del lavoro italiano e abbiamo un contratto italiano – ha osservato Angelo Zaccaria, coordinatore Air force per la Uiltucs di Pordenone –. Invece ci trattano alla stregua di dipendenti federali assunti dagli Usa, chiedendoci di inviare una mail a un indirizzo sconosciuto. Abbiamo subito chiesto un incontro urgente all’ufficio personale dell’Aafes e del Trentunesimo».

La vicenda

L’arrivo delle mail il 3 marzo sull’onda della direttiva Musk è stata preannunciata il 27 febbraio da un memorandum del segretario della difesa Pete Hegseth. Quest’ultimo ha chiarito che anche i dipendenti civili del suo dipartimento sono tenuti a rispondere alla mail con cinque punti, entro 48 ore dal ricevimento della missiva telematica, mettendo in copia il proprio supervisore. In un primo momento il dipartimento della Difesa aveva messo in standy by la direttiva, arrivata in realtà il 22 febbraio, ma Hegseth ha precisato che ora invece è richiesto a tutti i dipendenti civili del suo settore di soddisfare la richiesta.

Le risposte, però, non devono contenere informazioni classificate o sensibili. Quanto al mancato adempimento, potrebbe dare corso a una non meglio specificata «ulteriore revisione», ha indicato lo stesso Hegseth nel memorandum. Non si parla più di licenziamenti, come inizialmente sbandierato da Musk in caso di mancato invio della risposta per la seconda volta.

La mail

Cosa viene chiesto ai dipendenti civili italiani dell’Aafes nella mail? In cinque punti devono presentare l’attività che hanno svolto la settimana precedente. Il loro resoconto verrà inserito nel report settimanale dei supervisori. Anche i lavoratori in congedo devono adempiere alla richiesta. Tutti entro 48 ore.

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