Buon compleanno, Dino Zoff! Lo storico portiere del Mundial compie 82 anni
Il campione della storica coppa del Mondo 1982, nato il 28 febbraio del 1942 a Mariano del Friuli, ripercorre a volo d’uccello, sorvolandola con la sobrietà e la flemma che lo hanno sempre contraddistinto

Buon compleanno Dino Zoff! L’augurio per gli 82 anni, festeggiati dal portiere italiano per antonomasia, arriva idealmente dai milioni e milioni di appassionati che per almeno due generazioni hanno avuto modo di apprezzarne le gesta tanto da giocatore, quanto da allenatore. Una carriera che Zoff, nato il 28 febbraio del 1942 a Mariano del Friuli, ripercorre a volo d’uccello, sorvolandola con la sobrietà e la flemma che lo hanno sempre contraddistinto.
Zoff, oggi sono 82, un numero che rievoca l’anno dello storico Mundial.
«È veramente un numero speciale che mi ricorda il massimo traguardo raggiunto in carriera, ma direi soprattutto l’apice della mia passione, perché sono sempre stato un uomo di sport che ama il calcio».
Uno degli scatti indelebili di Spagna ’82 è il bacio che lei diede al ct Enzo Bearzot...
«Solo lui avrebbe potuto vincere quel Mondiale nato con tutte le difficoltà che accompagnarono la Nazionale. Ha avuto grandissimi meriti, ma purtroppo non gli sono stati riconosciuti del tutto».

È stata quella la sua Nazionale più bella?
«Direi proprio di sì, anche ripensando ai gol spettacolari, tutti segnati su azione. Anche nel 2006 si è vinto il Mondiale, e il titolo resta sempre, per carità, ma è arrivato ai rigori e con tanti gol nati su palla inattiva, mentre il nostro del 1982 fu un crescendo rossiniano».
E se le dico Europeo 1968 a Roma?
«Le rispondo che quel titolo arrivò dopo avere affrontato l’Urss, che era l’Unione Sovietica composta da ben 15 stati, mentre la Jugoslavia che battemmo in finale era quella unita che ne riuniva sei e una ricca selezione di talenti».
Chi sceglie tra i compagni speciali avuti in carriera?
«Ho avuto sempre buoni rapporti con tutti e nomi non ne faccio perché poi rischiano di diventare classifiche di preferenza».
Tra i rivali invece?
«Riva, Pulici, Boninsegna. E qui mi fermo».
Quale è la squadra del cuore di Dino Zoff?
«Ero juventino fin da ragazzo, ma mi sono trovato sempre bene dove ho giocato, anche in provincia. All’Udinese ero giovane, feci un anno un po’ balordo e ricordo che alla fine il presidente Dino Bruseschi mi dovette cedere a malincuore al Mantova, che per me fu una tappa importantissima, dicendomi che purtroppo non ero apprezzato a Udine».
Tornando alla lunga storia con la Juventus dal 1972 all’83, qual è stata la Vecchia Signora che ricorda?
«Ce ne sono molte, c’è stata la Juve potente di Benetti e di Bettega, e quella di classe con Causio e Haller».
Tanti successi con la Juventus da giocatore, dai sei scudetti alla Coppacampioni, ma quale è il rammarico più forte?
«In tante partite avrei potuto fare di più, ma è ragionevole pensare che in quel momento non ero in grado di fare altro e questo pensiero mi ha sempre aiutato ad andare avanti. Dispiaceri ce ne sono stati tanti, ma le partite perse rimangono tali e non si rigiocano, mentre se ne fanno sempre delle altre. È come nella vita».
Tra i dispiaceri c’è l’Europeo del 2000 da commissario tecnico?
«Certo, ma quel che il destino ci ha dato in semifinale contro l’Olanda, finita ai rigori con le parate di Toldo, se lo è ripreso con la Francia in finale».
Le gioie da allenatore invece?
«Vincere Coppa Uefa e Coppa Italia con la Juve e andare a battere il Milan dei professori a San Siro. E per due volte, per giunta. Quella fu una gran bella soddisfazione».
Zoff, chissà quante volte le avranno chiesto di individuare il suo erede...
«Abbiamo avuto e abbiamo molti portieri bravi, da Donnarumma, che ha vinto gli Europei, ai “miei” friulani in serie A: Meret, Provedel e adesso Scuffet, rientrato alla grande in una squadra che ha mille difficoltà come il Cagliari. Sono contento per lui».
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