Partorisce in bagno da sola il sesto figlio mentre gli altri guardano la tv in salotto

Il piccolo Gabriele è nato a Strassoldo pochi minuti prima che arrivassero l’ambulanza e il papà Paolo che era al lavoro: «Ho visto che era cianotico, gli ho tolto il cordone ombelicale attorno al collo»

Francesca Artico
Laura Micelli e Paolo Ruiu stringono a sè il piccolo Gabriele che pesa 3 chili e 280 grammi
Laura Micelli e Paolo Ruiu stringono a sè il piccolo Gabriele che pesa 3 chili e 280 grammi

Aveva fretta di conoscere il mondo, e non ha voluto aspettare il papà Paolo né tanto meno l’arrivo dell’ambulanza. Ha invece deciso di fidarsi della sua mamma, così è nato nella sua casa di Strassoldo di Cervignano del Friuli il piccolo Gabriele. Un batuffolo di 3 chili e 280 grammi, che non vedeva l’ora di nascere.

A raccontare questa meravigliosa esperienza di vita sono Laura Micelli e Paolo Ruiu, i genitori di Gabriele. «Io e Laura – racconta Paolo –, siamo già genitori di cinque bambini e sabato, alle 20.36 la mia compagna ha dato alla luce in casa il nostro sesto figlio. È stata coraggiosissima. Ha fatto tutto sola» . Laura è la coraggiosa mamma di Gabriele che nella serata di sabato mentre stava cambiando il bimbo più piccolo, un anno, ha capito che il momento del parto ormai stava per arrivare. Era in casa sola con i bambini.

Non ha perso la calma, ha finito di cambiarlo e ha avvisato il marito che il bimbo stava per nascere. Erano le 20.25. Ha cambiato anche l’altro bimbo di 2 anni, e li ha messi entrambi a letto. Poi, pensando ai tre figli più grandi ha acceso la televisione e ha scelto un canale che trasmetteva un cartone animato, gestendo così una situazione difficile in modo che non risultasse traumatica per i bambini.

«Intanto – racconta ancora un po’ frastornata – ho richiamato mio marito spiegandogli che il tutto si stava velocizzando e che avrei chiamato l’ambulanza. Dopo aver composto il 112, ho spiegato all’operatore cosa stava succedendo e gli ho chiesto di mandare un’ambulanza, lui mi ha suggerito di accendere i fari all’esterno affinché gli operatori del 118 potessero individuare subito la casa: l’ho fatto fare a mio figlio più grande, mentre rassicuravo gli altri due, ma la bimba mi seguiva per casa intuendo che qualcosa non andava. A quel punto – racconta Laura – sono andata in bagno, mentre l’operatore mi passava una signora che mi chiedeva con quale cadenza avessi le contrazioni, ma non riuscivo a rispondere. Sono andata in bagno, ho steso gli asciugamani sul pavimento e mi sono messa in posizione, poco dopo è uscita la testa e il bimbo. Ma era cianotico e mi pareva che non respirasse. L’ho guardato e ho visto che aveva tre giri di cordone ombelicale attorno al collo. Li ho tolti e gli ho passato un dito in bocca, l’ho asciugato e l’ho stretto al petto: respirava. A quel punto è arrivata l’ambulanza ed è arrivato mio marito. Erano le 20.40» .

«Io sono immediatamente corso a casa dal lavoro – aggiunge Paolo, dipendente della Spin Bracco di Torviscosa –, ma quando sono arrivato lei era in bagno e aveva già il bimbo tra le braccia. Nel contempo era arrivata l’ambulanza, i cui operatori sanitaria hanno provveduto a tagliare il cordone ombelicale, prestato le cure del caso e poi l’hanno trasportata all’ospedale di Monfalcone per il normale decorso. È stata coraggiosissima. I bambini che erano svegli, sono rimasti un attimo scossi dall’evento, ma una nostra vicina, che ha bimbi anche lei, lì ha portati a casa sua per farli stare tranquilli». Paolo ha seguito in macchina l’ambulanza.

Un episodio che evidenzia come la socialità e l’aiuto al prossimo siano ancora valori fondanti nelle piccole comunità. Paolo, 42 anni, e Laura, 38, non senza orgoglio rimarcano di essere “una famiglia numerosa”. «Amiamo i nostri bambini sopra ogni cosa – affermano –. La nostra felicità è il loro sorriso e assieme siamo davvero una forza. I nostri bimbi si chiamano Diego 8 anni, Arianna 5, Riccardo 3, Simone 2 e Luca 1. E ora si è aggiunto il piccolo Gabriele» . Ed è proprio l’ultimo nato, che ha fin da subito dimostrato il suo carattere, esibendo tutta la grinta che ha e attaccandosi senza problemi al seno della mamma.

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