Cristian ancora non si trova: estesa l’area delle ricerche del giovane disperso nel Natisone
Ripresi i pattugliamenti all’alba di giovedì 6 giugno, una cinquantina di persone impegnate in acqua e nelle perlustrazioni dall’alto. Il sindaco di Premariacco: non ci fermeremo almeno fino a domenica
PREMARIACCO. Si è aperto alle 6 di giovedì 6 giugno il settimo giorno di ricerche di Cristian, il 25enne romeno disperso nel Natisone da venerdì scorso. Oltre 50, tra personale dei vigili del fuoco e della Protezione civile regionale, gli uomini al lavoro: per l'ennesima volta perlustreranno il corso del fiume dal ponte romano di Premariacco, sotto il quale il giovane, la fidanzata Bianca e l'amica Patrizia sono stati travolti da una piena improvvisa, e Manzano.
Un tragedia che, come si evince da un video inedito circolato nelle ultime ore, un vigile del fuoco ha disperatamente tentato di evitare gettandosi nelle acque tumultuose del Natisone per cercare (assicurato a una corda) di raggiungere a nuoto i tre giovani pochi istanti prima che la piena del fiume li investisse.
Il primo turno di ricerche si concluderà alle 14, il secondo si protrarrà fino alle 19. L'ulteriore abbassamento del livello dell'acqua impone nuove ricognizioni "a tutti i livelli" della forra, spiegano dal campo base, dove fin dalle prime ore del mattino c'è anche il fratello di Cristian, che segue le operazioni senza sosta. «Contunueremo a cercare a oltranza»", dicono i vigili del fuoco.
Operazioni che arrivano dopo che la speranza di trovare Cristian erano sfumate ancora una volta, per il sesto giorno consecutivo, nella giornata di mercoledì 5 giugno.
E senza riscontri resta anche la pista del brandello di stoffa bianca recuperato, lunedì, dalla griglia della centralina idroelettrica sotto il ponte di Manzano. Le sponde del Natisone, che pure sono state setacciate per alcuni chilometri, continuano a non fornire indizi.
Complici la bella giornata, l’abbassamento del livello del fiume e soprattutto la maggior limpidezza dell’acqua rispetto alla condizione di torbidità precedentemente determinata dalle piogge, le ricognizioni sono scattate alle 6, anche con elicotteri e droni, concentrandosi in particolare sul tratto compreso tra la frazione di Paderno e il ponte Romano di Premariacco, sotto il quale si è consumata la tragedia.
Aree già battute e ampliate, ripercorse palmo a palmo, fino all’immissione del fiume nel Torre, per controllare ogni anfratto: la Protezione civile si è dedicata principalmente al settore all’altezza di Paderno, il personale dei vigili del fuoco ha invece perlustrato, in primis, la sponda destra, risalendo da Paderno verso il ponte Romano che nel pomeriggio è stato chiuso temporaneamente al traffico, in una fase in cui le operazioni dei soccorritori si stavano concentrando in quel contesto: la zona è stata anche nuovamente sorvolata da un elicottero, ma senza esiti.
Un divieto di accesso che era stato interpretato come un segnale di possibile svolta nelle ricerche che, come garantito dal sindaco di Premariacco, Michele De Sabata, proseguiranno almeno fino a domenica.
Al campo base allestito a Orsaria nella sede della Croce rossa e della dirigenza dell’istituto comprensivo Tina Modotti, attivo 24 ore su 24, è continuato l’avvicendamento fra le squadre di soccorso.
Anche giovedì 6 giugno, già di buon mattino era sul posto il fratello di Cristian, Radu, costretto all’indicibile strazio di un’attesa che si trascina da quasi una settimana: dal suo arrivo in Italia ha seguito senza sosta le ricerche, spostandosi tra il polo logistico e i due ponti (quello Romano e quello che collega le frazioni di Orsaria e Leproso) che delimitano la prioritaria superficie di perlustrazione e tenendo costanti contatti con i familiari.
Fermo sul marciapiede, sguardo a terra, Radu ha l’aspetto sfinito di chi è costretto ad affrontare una prova troppo crudele, chiede silenzio e discrezione: «Non mi sento di dire niente», sussurra, affiancato da una giovane connazionale, con il garbo e la compostezza che lo hanno contraddistinto fin dai primi attimi a Premariacco.
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