Freccia tricolore caduta a Torino, morì una bambina: ricostruiti gli attimi prima dello schianto

Nella perizia tecnica è stata analizzata la scatola nera del jet Pony 4: secondo gli esperti a causare il blocco del motore fu l’impatto con un volatile

Il momento in cui il maggiore Oscar Del Dò si lancia mentre il suo aereo sta precipitando al suolo
Il momento in cui il maggiore Oscar Del Dò si lancia mentre il suo aereo sta precipitando al suolo

Una manciata di secondi. Dodici per la precisione. È il tempo intercorso dal momento in cui, il 16 settembre 2023, dall’aeroporto di Caselle (Torino) si alzano in volo le Frecce Tricolori a quando Pony 4 si schianta al suolo travolgendo l’auto della famiglia Origliasso. Una tragedia costata la vita alla piccola Laura, 5 anni.

Frecce tricolori, l'audio nelle chat: "Il rischio 'bird strike' era acuto'"

Il super perito

Una tragedia ricostruita dalla perizia preliminare predisposta da un pool di tecnici guidati dall’ingegner Mauro Esposito già principale perito della Procura nella tragedia di piazza San Carlo a Torino, che causò due morti e 1.700 feriti durante la proiezione della finale di Champions League Juventus-Real Madrid del 3 giugno 2017.

La ricostruzione

Secondo quando rilevato dal Corriere della Sera nei documenti viene chiarita la successione temporale degli eventi: quando il motore del velivolo «Pony 4» va in avaria l’orologio segna le ore 16, 51 minuti e 49 secondi.

Una delle Frecce Tricolori si schiantò al suolo uccidendo una bambina, l’audio del pilota: «Ho fatto birdstrike»
La carcassa dell'aereo delle Frecce Tricolori che si schiantò al suolo vicino all'aeroporto Torino-Caselle

Dieci secondi più tardi il pilota Oscar Del Dò si lancia con il paracadute. Passano ancora due secondi e l’aereo si schianta al suolo, travolgendo la vettura della famiglia Origliasso.

La scatola nera

In quella manciata di secondi la «scatola nera» registra un dialogo a più voci che per gli inquirenti rappresenta una delle prove a conferma che all’origine della tragedia c’è un bird strike.

Ma non solo. Le telemetrie della scatola nera confermano l’arresto del motore. C’è tutta una serie di telemetrie di cui vi è traccia scrupolosa all’interno della scatola nera dell’aereo che – lette nel complesso e analizzate da un punto di vista tecnico – indicano la genesi dell’arresto del motore in un corpo estraneo penetrato dentro l’elica. Una serie infinita di dati numerici su temperatura, giri e caratteristiche del motore che non lascerebbe adito ad alcun dubbio.

La comunicazione

Nel documento, lungo circa quattro pagine, si fa cenno alla registrazione audio captata dalla scatola nera in cui è lo stesso pilota a scandire queste parole: «Birdstrike, ho fatto un birdstrike», prima di azionare il pulsante di espulsione dall’aeromobile e atterrare con l’ausilio di un paracadute sulla strada pubblica che costeggia la pista dell’aeroporto nel comune di San Francesco al Campo.

Gli uccelli

Qualche istante dopo il decollo, uno dei componenti dell’equipaggio domanda: «Era un uccello?». Il compagno di bordo risponde: «Eh, non ho visto». Subito dopo, si legge nella consulenza, viene registrato un messaggio via radio del velivolo «Pony 4». Il maggiore Del Dò dice: «Io sto andando giù, quattro (il numero indica l’aeromobile emittente della chiamata, ndr)». E poi: «Ho avuto una piantata!» espressione tecnica che indica un’avaria.

L’indagato

Al momento l’unico indagato è il pilota, il maggiore Oscar Del Dò, 37enne friulano originario di Martignacco e residente a Campoformido, che quando si rese conto dell’avaria indirizzò la sua Freccia Pony 4 verso la pista dell’aeroporto, in un punto completamente privo di mezzi e di persone, e si lanciò con il paracadute.

l’inchiesta
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Il momento dell'impatto al suolo dell'aereo delle Frecce Tricolori guidato dal maggiore Oscar Del Do' (a destra in una foto ufficiale della Pan)

Le altre responsabilità

Anche lo scalo di Caselle resta sotto esame. Oltre alle registrazioni delle comunicazioni tra gli aerei e la torre di controllo, sono agli atti dell’inchiesta i report effettuati dal dipendente deputato alla “dissuasione” dei volatili sulla pista che anche quel pomeriggio intervenne. E che scrisse come nelle ore precedenti prima che le Frecce Tricolori si alzassero in volo, ci fossero fino a 170 tra gabbiani e corvi. Quello che la Procura vuole capire è se sia stato fatto abbastanza per garantire le condizioni di sicurezza al volo delle Frecce.

Le immagini

Agli atti dell’inchiesta ci sono delle fotografie e frame di video che documentano la presenza corposa di stormi di uccelli. In particolare dalla telecamera di Pony 4 emergono ulteriori dettagli. «Dalla visione del video rallentato – si legge nella perizia – si distingue chiaramente la sagoma di due volatili scuri che attraversano la traiettoria di volo del velivolo del capitano Del Dò».

Dopo il passaggio degli uccelli si osserva «una fiammata ben visibile che fuoriesce dal cono di scarico dell’aeromobile». Da qui la convinzione dei consulenti che l’avaria sia stata provocata «dall’ingestione di un volatile».

Le prove

«Questi elementi – scrive il consulente della Procura – contribuiscono a ricostruire la dinamica degli eventi e indicano chiaramente una correlazione temporale tra il presunto impatto con un volatile e l’avaria successiva al motore di Pony 4».

Anche se all’interno del motore, estratto dai rottami, non sono state trovate tracce organiche di uccelli, per i consulenti ci sono elementi probatori che sarebbero sufficienti a confermare il bird strike.

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