Vendetta ultrà, assalto al treno: scontri tra tifosi di Udinese e Venezia, sei in ospedale
L’agguato dei supporter friulani sarebbe una ritorsione dopo gli scontri della partita di andata. Il convoglio fermato da una cinquantina di personaggi incappucciati, armati di fumogeni e bastoni: le due fazioni sono venute a contatto all’altezza della stazione di Basiliano, in provincia di Udine. Sette persone portate in Questura, coinvolti anche ultras dell’Austria Salisburgo
Guerriglia sui binari. Il treno fermato dai fumogeni impugnati da una cinquantina di personaggi incappucciati, sistemati ai lati della ferrovia, poi l’assalto al convoglio e la rappresaglia: calci, pugni, cinghiate e bastonate.
Quando ormai sembrava che il rischio di incidenti tra le due tifoserie fosse scongiurato è arrivato il violento “terzo tempo” della partita tra Udinese e Venezia (terminata un’ora e mezza prima al Bluenergy Stadium con la vittoria per 3-2 dei friulani padroni di casa), che si è consumato a una ventina di chilometri dal campo, o meglio dagli spalti: alla stazione ferroviaria di Basiliano, sempre in provincia di Udine.
E tempistiche e dinamica lasciano pochi dubbi: un agguato pianificato, un regolamento di conti tra le frange più estreme dei tifosi di Udinese e Venezia.
Sono almeno sei le persone rimaste ferite (due in modo grave e trasportati in ospedale), tre sono agenti delle forze dell’ordine prontamente intervenute per sedare la violenza scatenata contro i sostenitori lagunari. Trecento di loro erano a bordo del Regionale 3984 partito da Udine pochi minuti dopo le 18.09 programmate e diretto a Venezia Santa Lucia. Sul treno altre 130 persone, estranee alle dinamiche ultrà e alla partita.
Doveva essere l’ultimo atto di una trasferta iniziata comunque sotto gli occhi attenti delle forze dell’ordine, visto quanto accaduto in occasione della gara d’andata, disputata a Venezia lo scorso 30 ottobre e, anche in quel caso, caratterizzata da scontri e aggressioni tra tifosi.
Agguato sui binari
Erano circa le 18.20 di sabato 1 febbraio quando un gruppo di 50 uomini vestiti di nero e incappucciati è comparso sui binari, armato di fumogeni, all’altezza dello scalo ferroviario di Basiliano. La corsa non avrebbe dovuto fare tappa lì ma, una volta avvistate le persone e ravvisata l’evidente situazione di pericolo, il convoglio è stato fermato d’urgenza. Poi solo violenza.
È scattato l’assalto alle prime carrozze, dove c’era il bersaglio: i tifosi del Venezia. Un fitto lancio di sassi e bastoni per sfondare le vetrate e aprirsi un varco. La risposta dei sostenitori veneti non si è fatta attendere, dando il via al parapiglia sedato dopo qualche minuto solo dall’arrivo delle forze dell’ordine. Con loro anche il personale medico sanitario, a bordo di tre ambulanze.
Nel corso degli inseguimenti dei vari fuggitivi che tentavano di disperdersi, grazie anche al supporto aereo dell’elicottero della Polizia di Stato, sono state individuate sette persone, tutte condotte in Questura a Udine, per l’identificazione e gli accertamenti del caso: cinque cittadini austriaci e due residenti in Friuli.
A muovere l’assalto sono stati italiani e austriaci, tra cui diversi ultras dell’Austria Salisburgo, gemellati con quelli friulani.
Un violento scambio di pugni e sprangate, sui binari e sulle banchine della stazione di Basiliano. Feriti in modo serio un tifoso del Venezia e due dell’Udinese (giunti da oltreconfine). Altri hanno riportato lesioni meno gravi, rifiutando il trasporto in ospedale. Sette, come detto, quelli oggetto di accertamento, su disposizione del magistrato di turno.
La circolazione ferroviaria sulla linea Udine-Venezia e su quelle secondarie è ripresa verso le 19.45, con ritardi che hanno raggiunto i 70 minuti.
L’arrivo
Il meccanismo di sorveglianza era scattato fin dalla mattinata di sabato 1 febbraio, coordinando poliziotti e militari non solo nell’area dello Stadio Friuli, ma già dentro e fuori la stazione dei treni del capoluogo friulano.
Attorno alle 14 era arrivato il convoglio con i tifosi veneziani, che hanno trovato ad attenderli un ampio dispiegamento di forze dell’ordine in assetto antisommossa e con mezzi blindati. Fatti scendere sulla banchina, separati da tutti gli altri passeggeri, gli ospiti sono stati imbarcati sulle corriere messe a disposizione per raggiungere l’impianto dei Rizzi.
Un arrivo contraddistinto da canti e slogan, urlati al megafono e rafforzati dalle bandiere mosse al vento.
Allo stadio
Il rischio di tafferugli è stato al centro dell’azione preventiva della pubblica sicurezza, una volta che i pullman partiti da viale Europa Unita erano arrivati a destinazione. Tutto sotto controllo, con gli ultras obbligati a fronteggiarsi solo a distanza, dai rispettivi settori dello stadio. Esponendo, in ogni caso, striscioni abbastanza espliciti: “30.10 friulano in vetrina” riportava uno di quelli srotolati dai tifosi veneziani, firmato dal gruppo Puma Offender e riferito proprio agli scontri avvenuti in occasione della partita d’andata, lo scorso 30 ottobre.
Dallo stesso settore ospite sono stati poi lanciati due fumogeni sul rettangolo di gioco, uno terminato nei pressi della porta dell’Udinese, al 78’, velocemente rimosso da un vigile del fuoco. C’era però ancora fumo quando gli arancioneroverdi hanno agguantato il momentaneo 2-2 con Gytkjaer. Alla fine il risultato è stato diverso, ma evidentemente la vittoria non è riuscita ad annebbiare anche la rabbia dei tifosi (si fa per dire) friulani più inaciditi.
La ripartenza
Al triplice fischio finale dell’arbitro Mariani e incassata la sconfitta, è iniziata la lenta uscita dei tifosi veneziani, in vista del ritorno a casa. Una volta in stazione a Udine, hanno atteso senza tensioni il treno delle 18.09, cantando e facendo scoppiare qualche petardo. Di lì a poco la serata avrebbe preso ben altra piega, fuori da ogni logica calcistica. E sociale.
La condanna dei club bianconeri
«Sono cose disdicevoli che non dovrebbero mai succedere». Netta la presa di posizione di Candido Odorico, punto di riferimento dell’Associazione Udinese club, una delle frange più nutrite della tifoseria bianconera. «Ci può essere una competizione canora fra le curve, ma non è assolutamente possibile che si vada oltre questa linea. Noi, come Auc, al termine della partita festeggiamo con il terzo tempo, di certo non ci mettiamo a fare questo genere di azioni. Chiaramente la partita era molto sentita da entrambe le tifoserie, la rivalità è tanta, ma non si devono superare i limiti del tifo corretto. Ciò che li supera è da condannare. E il fatto che all’andata fossero già successi episodi di questo tipo non può essere considerato come una sorta di scusante, per nessuno».
La ricostruzione della Questura di Udine
In serata è arrivata una nota della Questura di Udine su quanto accaduto alla stazione ferroviaria di Basiliano. «Si conferma che dopo il trasferimento in sicurezza con scorta di polizia dallo stadio Friuli alla stazione di Udine, al termine della partita Udinese - Venezia, il treno che portava i tifosi veneziani, intorno alle 18.30, è stato fermato coattivamente all'altezza di Basiliano (stazione di transito senza fermata del treno) da un gruppo di sostenitori dell'Udinese: circa 40-50 persone in parte italiani e in parte austriaci. A seguito della fermata del convoglio le due tifoserie si sono fronteggiate sui binari e sulle banchine nei pressi della stazione di Basiliano. Appena appreso della presenza di persone vicino ai binari all'altezza di Basiliano, il dispositivo di sicurezza da Udine è arrivato in pochi minuti a Basiliano, interrompendo gli scontri in atto».
In merito al bilancio, invece, la nota precisa che «risultano ferite alcune persone, tra cui sicuramente un tifoso del Venezia, un tifoso dell'Udinese (austriaco) oltre ad altri 4 o 5 tifosi dell'Udinese per lo più austriaci feriti lievemente e alcuni poliziotti che ricorreranno alle cure mediche terminati gli atti in corso che riguardano diversi fermati nei confronti dei quali sono in corso accertamenti presso gli uffici di polizia. Solo il tempestivo intervento del personale impegnato nel servizio di Ordine Sicurezza pubblica ha impedito conseguenze ancor più gravi».
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