La chiamata di Patrizia al 112, i soccorsi e i tempi: quali sono i punti su cui il governo vuole fare chiarezza sulla tragedia del Natisone
L’inchiesta punta a chiarire l’attivazione della macchina che ha gestito l’emergenza. Il ministro Musumeci ha formalizzato la richiesta «urgente» di una relazione su quanto accaduto
Con quali tempi e con quali modalità sono stati attivati i soccorsi, allertati nel primo pomeriggio di venerdì per tentare di salvare le vite di Patrizia, Bianca e Cristian? Partiranno da qui le indagini coordinate dalla Procura di Udine per fare luce su quanto accaduto a Premariacco, nelle infide acque del Natisone, dove hanno perso la vita Patrizia Cormos, 20 anni, l’amica Bianca Doros, ventitreenne, e nelle quali ancora si cerca Cristian Casian Molnar, 25 anni.
Il fascicolo informativo aperto sabato dalla magistratura udinese resta al momento senza ipotesi di reato né indagati, com’è logico che sia. Parallelamente il ministero della Protezione civile ha inoltrato alla Prefettura di Udine una «richiesta urgente» per avere una dettagliata relazione sull’attività della struttura pubblica impegnata nei soccorsi. La lettera, partita dall’ufficio di gabinetto del ministro Nello Musumeci, è arrivata sul tavolo del prefetto Domenico Lione nel pomeriggio di ieri.
L’inchiesta della procura
L’attività investigativa mira in questa fase a fare chiarezza su quanto accaduto. A partire dalle telefonate partite dal luogo della tragedia per richiedere aiuto, prima fra tutte quella di Patrizia, che dal suo cellulare ha chiamato il 112, proprio nei momenti in cui Massimo Macorig, autista dello scuolabus del Comune di Premariacco, aveva segnalato la presenza dei tre ragazzi nelle acque del Natisone, comunicando con il comandante della stazione dei carabinieri del paese.
La magistratura acquisirà dunque tutti gli elementi utili a ricostruire la gestione delle richieste d’intervento arrivate al numero unico per l’emergenza e alle altre strutture coinvolte nella gestione dei soccorsi.
LE VOCI DEI FAMILIARI
Martedì mattina il procuratore capo di Udine, Massimo Lia, presiederà una conferenza stampa nella sede del comando provinciale dei carabinieri, convocata proprio per fare il punto della situazione, anche rispetto all’impostazione dell’attività investigativa, che non può che essere alle battute preliminari. Il pubblico ministero titolare del fascicolo a ieri non aveva deciso se disporre l’autopsia sui corpi delle due giovani, Patrizia e Bianca, recuperati domenica da vigili del fuoco e Protezione civile.
La Procura ha comunque acconsentito alla richiesta delle famiglie di poter allestire la camera ardente: da martedì 4 giugno alla Casa funeraria Mansutti di via Calvario a Udine familiari e amici potranno rendere omaggio alle due ragazze, per un momento di preghiera e condivisione del lutto e per stringersi ai genitori delle ventenni, che fin dalla prima ora hanno assistito alle fasi di ricerca lungo il Natisone.
La relazione al ministero
Nel pomeriggio, intanto, è stata recapitata negli uffici della Prefettura in via Pracchiuso la lettera con cui il gabinetto del ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, richiede formalmente e con «urgenza» una dettagliata relazione sull’attività delle strutture pubbliche (Protezione civile, vigili del fuoco, forze dell’ordine) impegnati nella gestione dell’emergenza scattata venerdì pomeriggio.
«Su disposizione del signor ministro – esordisce la missiva –, le chiedo di volere trasmettere a questo gabinetto una dettagliata relazione delle primissime attività di soccorso svolte da strutture pubbliche a favore dei tre giovani travolti dalle acque del Natisone nel pomeriggio del venerdì 31 maggio scorso. La presente richiesta riveste carattere di urgenza». Proprio nelle ore successive alla disgrazia, lo stesso Musumeci aveva anticipato sui propri social l’intenzione di chiedere «al prefetto una dettagliata relazione sulle primissime attività di soccorso svolte subito dopo l’allarme». La richiesta è arrivata proprio nel pomeriggio, dopo che nelle scorse ore c’è stato un contatto telefonico tra Lione e l’esponente del governo Meloni, come confermato da fonti ministeriali.
La prefettura al lavoro
«Il ministro mi ha anticipato la richiesta dell’informativa, formalizzata poi eri pomeriggio», conferma il prefetto. La relazione metterà in fila i dati tecnici sull’evento, dettagliando l’attività svolta dalle strutture in campo a partire da venerdì prima per tentare di salvare la vita ai ragazzi e poi per le ricerche lungo il corso del Natisone. Un lavoro alacre, che ha complessivamente richiesto l’impegno di centinaia di persone, tra le trenta e le cinquanta al giorno.
«In un intervento come questo – riflette Lione – il soccorso pubblico e l’attività di Protezione civile hanno confini inevitabilmente sfumati. È normale dunque che ci sia un interessamento diretto da parte del ministro della Pc: del resto, anche in questa regione il sistema è affiatato, come dimostra l’eccellente collaborazione che abbiamo con la Regione, in particolare con l’assessore Riccardo Riccardi, e con la stessa struttura della Protezione civile. Anche in queste giornate tanto difficili il confronto e il supporto vicendevole tra le strutture coinvolte nelle ricerche, è stato continuo».
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