La mamma di Bianca accarezza il feretro della figlia: «Non doveva andare così, perché?»

Centinaia di persone hanno voluto salutare le due ragazze, inghiottite dalla furia del Natisone. Proclamato lutto cittadino a Udine

Viviana Zamarian
Le immagini esposte alla Casa funeraria Mansutti dove è stata allestita la camera ardente per le due ragazze (Foto Petrussi)
Le immagini esposte alla Casa funeraria Mansutti dove è stata allestita la camera ardente per le due ragazze (Foto Petrussi)

«Mia figlia non sapeva nuotare ma una cosa così non doveva succedere, non doveva succedere». Lo ripete tra le lacrime Rodica, la mamma di Bianca Doros. Per ore è rimasta accanto al feretro dove la giovane riposa vestita da sposa, accanto all’amica Patrizia. Si è alzata soltanto per pochi istanti e per pochi istanti si è allontanata.

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I genitori di Patrizia Cormos alla camera ardente a Udine © Foto Petrussi

«Bianca era così brava – dice –, si era laureata in Scienze bancarie in Romania ed era arrivata qui per stare un po’ con la famiglia e con gli amici, come Patrizia a cui era tanto legata». Ricorda la figlia «buona, allegra e tanto studiosa» aggiunge. La gita con gli amici e poi il fiume che si ingrossa, che li trascina via per sempre.

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Poi ritorna nella sala del commiato, si siede accanto al marito Grigore Doros. Si avvicina alla bara e si china sopra, quasi a non voler lasciare andare via la sua dolce Bianca. «Non doveva andare così, perchè?». Se lo chiede ancora e ancora Rodica e la sua domanda non riesce a trovare risposta.


Il lutto cittadino

Intanto il Comune di Udine ha proclamato il lutto cittadino per la giornata di mercoledì 5 giugno, quando si terrà il commiato religioso per le due ragazze scomparse a Premariacco il 31 maggio.
 

In considerazione della tragicità dell’evento infatti, che ha toccato in particolare la comunità udinese e friulana, il sindaco di Udine, che ha firmato il provvedimento, ritiene che la città si senta particolarmente vicina al dramma delle famiglie di Patrizia Cormos e Bianca Doros.

La prima giovane infatti frequentava l’Accademia di Belle Arti Tiepolo e ne era studentessa modello, mentre la seconda si trovava in visita ai genitori, residenti in città. Per testimoniare in maniera tangibile la vicinanza della comunità l’amministrazione ha deciso quindi di proclamare il lutto cittadino. 

I saluti dei parenti e cittadini

Una donna entra con due rose bianche in mano e le depone davanti alle bare, una vicino all’altra. Non conosce i genitori di Bianca, si avvicina a loro per mostrare la sua vicinanza «da madre».

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Le persone continuano ad entrare alla Casa funeraria di via Calvario. C’è chi ha chiesto due ore di permesso dal lavoro come Efisio Boi, originario della provincia di Cagliari, ma da vent’anni residente a Udine.

«Volevo essere qui per portare il mio conforto alle due famiglie – dice –, anche io ho perso un figlio che aveva 30 anni per una malattia. Capisco perfettamente il loro dolore. In questi momenti fa bene sentire la vicinanza di tante persone. Mi sono permesso di dire loro di pensare alle cose belle che lasciano i ragazzi che se ne vanno troppo presto, il loro sorriso, il loro profumo, le tante belle cose che hanno realizzato e che ci hanno insegnato. Mi hanno ringraziato di cuore. Di fronte a queste tragedie bisogna restare uniti».

Irina Capoverde è un’amica della famiglia di Bianca. «Sono stata avvisata di questa tragedia da una telefonata – racconta –, non mi aspettavo che fosse proprio lei, all’inizio non riuscivo a crederci. Bianca era una meraviglia, obbediva sempre ai suoi genitori perchè era educata, brava, giudiziosa, li ascoltava e lei era fiera dei risultati che aveva ottenuto. È durissimo essere qui a doverle dire addio, ora voglio solo abbracciare forte i suoi genitori».

Una «tragedia che non doveva capitare». Manuela Del Zotto, di Udine, il Natisone lo conosce bene. «Ci vado da quando ero una ragazzina e mi hanno sempre detto di stare molto attenta perchè è un fiume con tante insidie – afferma –. Non so cosa sia accaduto, forse il panico ha giocato a sfavore dei tre giovani. Quell’abbraccio tra i tre ragazzi resterà impresso nelle menti e nei cuori delle persone per tanto tempo».

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