Rischia una squalifica non inferiore a quattro anni
Okoye potrebbe andare incontro a una sanzione ben più pesante di Tonali, anche se confessò di aver scommesso su partite della propria squadra, ma che puntò sul Milan vincente o comunque su risultati ottenuti in sua assenza
Una sanzione «non inferiore alla squalifica per un periodo minimo di quattro anni» in aggiunta a un’ammenda «non inferiore ad euro 50.000».
È quanto rischia sotto il profilo della carriera Maduka Okoye, se sarà accertato che il portiere dell’Udinese ha scommesso sulle partite della propria squadra compiendo con qualsiasi mezzo «atti diretti ad alterare lo svolgimento o il risultato di una gara o di una competizione», accuse che porterebbero la Procura della Federcalcio a chiedere l’applicazione dell’articolo 30 del Codice di giustizia sportiva, quello sull’illecito sportivo.
Si tratta di un’ipotesi decisamente più grave di quella che poi è stata applicata ai casi di Nicolò Fagioli e Sandro Tonali, i giocatori della Nazionale (oltre che di Juventus e Milan in quel momento) che sono stati puniti nel 2023 invece ex articolo 24 del Cgs, quello sul divieto di «effettuare o accettare scommesse, direttamente o indirettamente, anche presso i soggetti autorizzati a riceverle, che abbiano ad oggetto risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati nell’ambito della Figc, della Fifa e della Uefa», per il quale la violazione comporta «la sanzione della inibizione o della squalifica non inferiore a tre anni e dell’ammenda non inferiore ad euro 25.000».
Okoye, dunque, potrebbe andare incontro a una sanzione ben più pesante di Tonali, anche se lo stesso ex rossonero ora in Inghilterra al Newcastle confessò di aver scommesso su partite della propria squadra, ma che puntò sul Milan vincente o comunque su risultati ottenuti in sua assenza.
Pur sempre un illecito sportivo che avrebbe potuto portare a una squalifica di tre anni, decisamente molto più corposa realmente ottenuta, grazie al patteggiamento a seguito della comunicazione della conclusione delle indagini, con il procuratore federale Giuseppe Chiné, una mossa consigliata dai suoi difensori ed effettuata anche dallo juventino Fagioli che ha portato a una sanzione dimezzata, alla quale si possono aggiungere degli ulteriori sconti legati al riconoscimento di essere affetti da ludopatia, in applicazione dell’articolo 128 sulla «collaborazione degli incolpati».
Tirando le somme, sono stati dieci i mesi di squalifica per Tonali e sette per Fagioli che sono già rientrati in campo nel 2024.
Per poter accedere a un simile “percorso”, tuttavia, sarà fondamentale giocare a carte scoperte con Chiné, di modo che la versione che Okoye fornirà coincida perfettamente con quanto emergerà dai documenti della Procura di Udine che il procuratore federale chiederà al più presto di avere a disposizione: se qualcosa non dovesse combaciare, infatti, la sanzione potrebbe aumentare anche di molto, visto che la Procura Figc non riconoscerebbe più l’atteggiamento collaborativo del portiere dell’Udinese.
I tempi per il patteggiamento potrebbero essere piuttosto brevi e comporterebbero comunque la definizione di un percorso di pene alternative, con tanto di terapia per sconfiggere la ludopatia “vistata” dalla Federazione.
E l’Udinese? Il club bianconero non rischia alcun rilievo federale, ma bisognerà prestare attenzione agli altri tesserati, visto che con un patteggiamento e la relativa confessione, Chiné chiederà se c’era qualche compagno, allenatore o dirigente al corrente del “vizio” prima della notizia comunicata dagli inquirenti della Procura di Udine.
Il già citato articolo 24 Cgs al comma 5 sottolinea, infatti, che «i soggetti che siano venuti a conoscenza in qualunque modo che società o persone abbiano posto o stiano per porre in essere taluno degli atti indicati ai commi 1 e 2, hanno l’obbligo di informarne, senza indugio, la Procura federale».
Nel caso non l’abbiano fatto rischiano «la sanzione della inibizione o della squalifica non inferiore a sei mesi» e un’ammenda «non inferiore ad euro 15.000».
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