Il portiere dell’Udinese Okoye indagato per scommesse sul calcio: dalla Figc la segnalazione alla Procura

Nel mirino flussi anomali di giocate sulla sua ammonizione nella partita contro la Lazio. Indagato anche il titolare della pizzeria dei vip “Biffi”, Diego Giordano. L’allarme è scattato dopo una segnalazione della Snai all’Agenzia delle Dogane

Alessandro Cesare
Il portiere dell'Udinese Maduka Okoye
Il portiere dell'Udinese Maduka Okoye

Un’indagine della Procura di Udine scuote l’ambiente calcistico. Sullo sfondo c’è un flusso di scommesse anomale riferite a una delle partite dell’Udinese giocata durante lo scorso campionato. A segnalare il caso ai pm friulani è stata la Procura della Figc. Tutto è nato dalla Snai, che ha rilevato dei flussi anonimi di giocate su Lazio-Udinese dello scorso campionato: l’agenzia di scommesse ha a quel punto informato l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che a sua volta ha allertato la procura federale.

Nel registro degli indagati sono finiti il portiere bianconero Maduka Okoye, venticinquenne tedesco naturalizzato nigeriano, e Diego Giordano, imprenditore quarantenne, titolare della pizzeria Biffi di via Poscolle.

Un locale quasi giornalmente frequentato dai giocatori e, occasionalmente, dai dirigenti dell’Udinese. L’accusa nei confronti dei due indagati è quella di truffa.

Non è escluso che nelle prossime settimane possa aumentare il numero delle persone inquisite.

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IL procuratore federale Giuseppe Chiné

Il fatto contestato

A far scattare l’indagine è stata una segnalazione giunta dalla Snai per una serie di scommesse per importi rilevanti legata all’ammonizione dell’estremo difensore bianconero durante la partita tra Lazio e Udinese dell’11 marzo 2024. Un match vinto dai bianconeri per 2 a 1.

Okoye venne ammonito dall’arbitro al diciannovesimo della ripresa per perdita di tempo. Un gesto normale per guadagnare qualche minuto quando la propria squadra vince, che diventa sospetto se però qualcuno, su quel cartellino, scommette del denaro.

A rilevare la concretizzazione del sospetto è stata la Snai, attraverso l’algoritmo creato proprio per individuare le anomalie nelle giocate, società che ha quindi segnalato la singolarità delle scommesse alle autorità competenti.

È così che ha preso il via l’indagine che, su tutto, punta a verificare i rapporti intercorsi tra il calciatore e l’imprenditore prima della partita, e anche se tra loro ci sia stato un accordo per far andare a buon fine le puntate.

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Le attività svolte

Gli indagati sono venuti a conoscenza dell’attività della Procura alla fine di dicembre. Okoye si è affidato all’avvocato Maurizio Conti, mentre Giordano al legale Vincenzo Cinque.

La Procura ha dato mandato al personale della questura di Udine di eseguire gli accertamenti necessari.

In particolare ci sono state delle perquisizioni negli immobili frequentati dagli indagati alla ricerca delle ricevute delle giocate, ed è stato copiato il contenuto delle chat dei telefoni cellulari per scovare eventuali intese.

Da quanto è emerso potrebbe esserci stato un accordo verbale tra le parti siglato durante uno dei tanti momenti conviviali ai Biffi, poi concretizzatosi in uno dei punti Snai della città qualche giorno prima della partita tra Lazio e Udinese.

Chi indaga sta cercando anche di capire se la vicenda abbia coinvolto la criminalità organizzata, se si sia trattato di un caso isolato oppure di un tassello di un puzzle più ampio e diffuso.

Gli avvocati

I difensori di Okoye e di Giordano ostentano tranquillità. «La vicenda sta assumendo contorni più grandi di quelli che ha – è il commento di Cinque –. Il fatto contestato è totalmente insussistente».

Per il legale dell’imprenditore il fatto contestato, e cioè l’ammonizione del portiere durante la partita dell’Olimpico, rappresenta un normale episodio di gioco, non diverso da altri che avvengono ogni domenica, che, tra l’altro, non ha avuto ripercussioni sul risultato finale.

«Il mio cliente è sereno – sono le parole dell’avvocato di Okoye, Conti –, al momento opportuno forniremo tutti i chiarimenti del caso. La questione è piuttosto delicata».

In questa fase di indagine la società bianconera resta alla finestra, nell’attesa di chiarire i contorni della vicenda, che potrebbe chiudersi con un nulla di fatto e quindi con un’archiviazione, o con un rinvio a giudizio.

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