Ha vinto per tre volte la Barcolana, Wild Thing finisce sotto sequestro: evasa l’Iva dall’Australia
Il provvedimento eseguito dalla guardia di finanza su ordine della procura europea. Lo sconcerto di Furio Benussi che la noleggia
![La barca sequestrata](https://images.messaggeroveneto.it/view/acePublic/alias/contentid/1h5tdjfpg5vte44sqx4/0/baca-jpg.webp?f=16%3A9&w=840)
Wild Thing, il 100 piedi vincitore di numerose regate in Mediterraneo, come la Giraglia, e tre edizioni della Barcolana è stata sottoposta a sequestro dalla Guardia di finanza su ordine della Procura Europea. La foto dei sigilli sulla chiglia di una barca che riporta “Private Yacht Motor Wild Thing sottoposto a sequestro” ha generato curiosità e il dubbio che fosse sia datata o un falso. Invece è attuale e non è manipolata.
Il sequestro da parte dei finanzieri della Stazione Navale di Trieste, in un intervento congiunto con il I° Gruppo di Trieste, è avvenuto mercoledì 5 febbraio su indicazione di Eppo, la Procura della Repubblica Europea, che contesta alla società australiana BC39 armatrice di Wild Thing il reato di «evasione Iva all’importazione». Doveva essere versata quando la barca è arrivata in Europa. Al 100 piedi sono stati posti i sigilli al Marina Monfalcone dove si trova, come ogni anno, per i lavori di manutenzione invernali in previsione della stagione agonistica.
A confermare il sequestro - ma anche l’estraneità ai fatti del Fast and Furio Sailing Team, che noleggia l’imbarcazione - è Furio Benussi, assistito dall’avvocato Piero Fornasaro de Manzini, affidando a Il Piccolo una dichiarazione sulla vicenda: «Il team Fast and Furio esprime il proprio dispiacere e sconcerto per la vicenda che ha coinvolto il maxi yacht Wild Thing, di proprietà della società australiana BC39, che nei giorni scorsi è stata sottoposta a sequestro. Il Fast and Furio Sailing Team ha sempre operato nella massima correttezza e trasparenza, sin da subito ha offerto piena collaborazione alle autorità competenti, ed è fiducioso che il suo operato possa chiarire al più presto la questione che lo ha visto coinvolto».
E ancora: «Nel corso degli anni, il progetto ha rappresentato un’opportunità concreta e un punto di riferimento per decine di giovani velisti e affermati professionisti, che avevano il piacere di condividere il mondo dell’altura. Ha promosso i valori di sostenibilità ambientale e sociale e ha realizzato il sogno di chi ha navigato con noi. Guardiamo con determinazione al futuro e stiamo lavorando con impegno per portare avanti tutti gli obiettivi prefissati per il 2025. Confidiamo in una risoluzione tempestiva e positiva della vicenda e, nel frattempo, continuiamo a fare ciò che sappiamo fare meglio, organizzare la prossima stagione con passione e dedizione».
Wild Thing è un 100 piedi con una storia segnata da diversi incidenti in mare e che proprio grazie al lavoro del Team di Benussi è tornata a trionfare nelle regate più prestigiose del Mediterraneo. Costruita in Australia nel 2003 da Hart Marine è stata concepita per regatare alla Rolex Sydney-Hobart, la regata oceanica icona dell’altura mondiale, che ha vinto subito al primo anno di partecipazione. L’anno successivo invece ha perso la chiglia e si è capovolta in mezzo all’oceano.
Furio Benussi, o meglio Fast and Furio Sailing Team ha charterizzato Wild Thing una prima volta nel 2005 per partecipare alla Barcolana, regata vinta segnando anche il primo tempo record della storia della regata triestina di meno di un’ora di percorrenza. Poi il team ne perde le tracce fino a quando Benussi, che era rimasto in contatto con la proprietà, la ritrova nel 2018. La barca era finita sugli scogli, mezza distrutta e abbandonata su un piazzale nell’isola di Minorca. Nel 2019, nel giro di pochi mesi, utilizzando quasi esclusivamente materiali di scarto e un budget contenuto, il Team di Furio Benussi riesce a rimettere in mare l’imbarcazione e, dopo una serie di interventi di manutenzione straordinaria effettuati a Trieste, l’imbarcazione torna a regatare.
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