Tragedia sul fiume Natisone, lo sfogo della madre di Patrizia: «Tutti hanno fatto i video e nessuno li ha salvati»
Le strazianti parole di Mihaela, la mamma di Patrizia Cormos mentre usciva dalla sua casa, a Basaldella di Campoformido, per un’altra dolorosa incombenza: andare a recuperare le cose «del suo angelo»
PREMARIACCO. «Ciò che più mi addolora è che tutti hanno fatto foto e video e nessuno li ha salvati. Nessuno. Potevano forse salvarli. Non era importante fare i video. Lei era andata a fare una passeggiata, ha chiamato più volte il 112. Ha lasciato il suo nome, l’indirizzo. Ha detto “Chiamate mia mamma”».
Sono le strazianti parole di Mihaela, la mamma di Patrizia Cormos che, lunedì 3 giugno, mentre usciva dalla sua casa, a Basaldella di Campoformido, per un’altra dolorosa incombenza – andare a recuperare le cose «del suo angelo» – è stata avvolta dagli abbracci di amiche e vicine prima di salire in auto con i familiari.
«Spero che tutti si ricordino di Patrizia – ha aggiunto la mamma – per come era: buona, un angelo, piena di voglia di vivere, amava viaggiare e condividere le cose con i suoi cari e con i compagni. Oltre a studiare tanto per realizzare i suoi sogni, andava anche a lavorare per guadagnare qualcosina, infatti mi diceva sempre “Mamma, non voglio essere un peso per te”. Anche giovedì sera aveva lavorato, per questo venerdì le avevo suggerito di riposare».
«Abbiamo sperato fino alla fine – spiega ancora la mamma con accanto anche il papà – che potesse aver trovato la forza di aggrapparsi a qualcosa. Siamo stati dei genitori fortunati ad averla, era una ragazza speciale, dolcissima, che studiava e lavorava e non passava giorno senza che ci dicesse che ci voleva bene».
Subito dopo Mihaela racconta dell’impegno di Patrizia per lo studio:
«Giovedì sera aveva studiato fino a tardi, fino alle 4 del mattino successivo perché aveva l’esame».
Patrizia infatti frequentava il secondo anno dell’Accademia di Belle Arti Tiepolo di Udine. Aveva scelto il corso di laurea in “Design e architettura d’interni” e, proprio venerdì mattina, aveva sostenuto un test indispensabile per accedere all’esame di “Modellazione in 3D” in programma a luglio.
«Mi ha telefonato dopo l’esame, verso mezzogiorno – racconta ancora la madre – e mi ha detto “Mamma, sono stata bravissima, ho saputo tutto e adesso vado a fare una passeggiata con Bianca”. Ci teneva tanto ai suoi studi e noi anche, la sostenevamo in tutti i modi possibili. Spero che nessuno viva mai un dolore come questo» sospira Mihaela prima di salire in auto.
Patrizia Cormos, come prevedono le tradizioni di famiglia, nel giorno dell’ultimo saluto indosserà un abito bianco «quale simbolo della sua giovanissima età e della sua innocenza» come spiega la mamma.
La saluteremo insieme all’amica Bianca. Come insieme si sono ritrovate bloccate in quell’isolotto prima che il Natisone le trascinasse via, prima che la furia dell’acqua le travolgesse. I familiari, gli amici, le tante persone che le conoscevano e che hanno sperato fino all’ultimo che le due amiche Patrizia Cormos e Bianca Doros riuscissero a salvarsi.
Nel pomeriggio di mercoledì 5 giugno, alle 16, nella sala commiato della Casa funeraria Mansutti, in via Calvario, a Udine, si terrà una cerimonia per dire loro addio che sarà celebrata da un prete ortodosso e che rappresenterà un momento di raccoglimento, di preghiera e di riflessione spirituale.
Le salme delle due giovani saranno esposte martedì 4 giugno (dalle 8 fino alle 18.30) e mercoledì 5 giugno dalle 8 fino alle 16, fino alla cerimonia per l’ultimo saluto, per consentire a chi lo desidera di salutarle per un’ultima volta.
Successivamente, una volta preparata e completata tutta la documentazione necessaria per il trasporto all’Estero, le salme delle amiche Patrizia e Bianca, di venti e ventitré anni, verranno rimpatriate nella loro città natale di Tarna Mare, nel distretto di Satu Mare della regione storica della Transilvania, dove entrambe le ragazze riposeranno per sempre.
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