Un ritardo nello spoglio a Roma e a Nord Est “balla” un seggio europeo
Il problema legato al caos delle ultime 78 sezioni della Capitale. Pd, M5s, Fdi e Fi si contendono un eletto. Attesa per le scelte dei big
C’è un ultimo seggio che balla, a Nord Est. E paradossalmente, a causa di una legge elettorale proporzionale nel nome ma non di facilissima applicazione pratica, legato al caos delle ultime 78 sezioni del Comune di Roma non ancora scrutinate e inviate, nella tarda serata di lunedì, all’Ufficio elettorale provinciale per il completamento delle operazioni.
Attualmente la suddivisione nazionale, in via provvisoria, assegna 24 europarlamentari a Fratelli d’Italia, 21 al Pd, nove a favore di Forza Italia – comprensivo di quello in quota Svp –, otto alla Lega e M5s nonchè sei per Alleanza Verdi Sinistra.
Il riparto nella circoscrizione dell’Italia Orientale, inoltre, vale cinque europarlamentari per i meloniani e i dem, due per Carroccio e azzurri (sempre con l’Svp) e uno per Alleanza Verdi Sinistra.
Il problema è che la legge elettorale per le Europee prevede una prima divisione a livello nazionale, con il consueto meccanismo degli interi e dei migliori resti, e soltanto successivamente quello per singola circoscrizione.
Considerato, però, come il calcolo non sia mai perfettamente corrispondente al quoziente, con alcuni partiti che si ritrovano più eletti in un collegio e altri meno, bisogna quasi sempre procedere a somme o sottrazioni basate ancora sui resti.
Questo significa, in altre parole, che fino a quando non sarà completato lo scrutinio, non ci potrà essere la certezza che il riparto nazionale, e quindi a Nord Est, sia quello emerso tra domenica e lunedì. In base ai risultati attuali e alle sezioni mancanti, a rischiare di perdere un seggio sono quattro partiti, Pd, M5s, Fratelli d’Italia e Forza Italia, separati da poche cifre decimali di resto.
Gli scenari sono poi tre, con dirette conseguenze anche nella circoscrizione dell’Italia Orientale. Detto che le chance maggiori le possiede lo status quo – con dunque il secondo seggio a Forza Italia per Flavio Tosi, il quinto per il Pd a favore di Annalisa Corrado e il nulla di fatto per la grillina Sabrina Pignedoli –, le alternative sono, come detto, altre due.
La prima prevede i due resti più alti per Pd e Fratelli d’Italia a danno di Forza Italia: gli azzurri perderebbero il seggio a Nord Est in favore dei meloniani che manderebbero a Bruxelles l’emiliano Piergiacomo Sibiano. La seconda, invece, porta a una “vittoria” di Fratelli d’Italia e Forza Italia: a saltare sarebbe il quinto seggio a Nord Est del Pd, cioè Corrado, facendo scattare, invece, un eletto per il M5s, l’emiliana Pignedoli.
Il nodo non è proprio semplicissimo da scogliere, mentre c’è un’altra partita che è più veloce da risolvere. Parliamo dei posti lasciati liberi dai leader che non voleranno a Bruxelles e delle scelte che andranno compiute da coloro, invece, eletti in più circoscrizioni.
Il caso di scuola è quello che riguarda Giorgia Meloni, candidata da capolista in tutti i collegi risultandone, ovviamente, eletta. Nessuno può pensare che la presidente del Consiglio abbia intenzione di abbandonare palazzo Chigi e dunque libererà uno scranno in ogni collegio in cui è diviso al Paese.
A beneficiarne, a Nord Est, sarà il veronese Daniele Polato che ha chiuso al sesto posto. Qualora, invece, il gioco dei resti nazionali dovesse premiare, come spiegato prima, Fratelli d’Italia, allora ad approfittarne sarebbe Sibiano.
Un discorso pressochè identico è quello che riguarda Antonio Tajani. Anche il vicepremier è stato capolista ed eletto in tutte le circoscrizioni, tranne le Isole. Grazie al secondo seggio conquistato a Nord Est – per quanto ancora sub iudice, lo ricordiamo –, in Europa non andrà soltanto l’altoatesino Herbert Dorfmann, ma anche un esponente azzurro. Dovrebbe toccare a Flavio Tosi, molto più probabilmente, invece, sarà la sottosegretaria triestina al Mef, Sandra Savino, a staccare il pass considerato come da Roma diano per assodata la rinuncia dell’ex sindaco di Verona.
Attenzione, invece, alla Lega dove la palla è in mano al generale Roberto Vannacci. Se non sceglierà come collegio di elezione il Nord Est, il suo seggio andrà all’uscente veronese Paolo Borchia lasciando, però, a casa una tra Silvia Sardone (Nord Ovest), Susanna Ceccardi (Italia Centrale, fedelissima di Matteo Salvini) e Aldo Patriciello (Italia Meridionale).
Complessa è anche la decisione che spetta a Pd e Alleanza Verdi Sinistra. In casa dem, in particolare, il padovano Alessandro Zan è stato eletto sia a Nord Est sia a Nord Ovest e ad auspicare che opti per quest’ultimo collegio è essenzialmente il trevigiano Andrea Zanoni, arrivato sesto in lista.
In caso contrario, con Zan che sceglie l’Italia Orientale, ad andare in Europa sarebbe l’assessore di Milano Pierfrancesco Maran, “sponsorizzato” dal sindaco meneghino Beppe Sala.
Quanto ad Alleanza Verdi Sinistra, infine, il primo cittadino di Riace Mimmo Lucano ha ottenuto l’elezione in tre circoscrizioni (Nord Est, Nord Ovest e Italia Meridionale).
A sperare a Nord Est è la consigliera regionale vicentina Cristina Guarda, mentre negli altri collegi attendono con interesse la decisione di Lucano (anche di Ilaria Salis) la portavoce dei Verdi Europei Benedetta Scuderi, l’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando e il deputato Francesco Borrelli.
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