Doppia valanga a Passo Cibiana: travolti 5 scialpinisti

È accaduto domenica mattina nei pressi della cima degli Sfornioi e di forcella Ciavazole. Le persone coinvolte sono della zona: una ha subito un grave trauma alla gamba

Alessandro Michielli
L'elicottero Falco nei pressi del luogo dell'incidente
L'elicottero Falco nei pressi del luogo dell'incidente

Si staccano due valanghe in successione su altrettanti punti del Passo Cibiana e travolgono 5 scialpinisti.

Sfiorata la tragedia domenica mattina nel Bellunese. È successo tra le 10 e le 11 in due distinte aree del Passo Cibiana, dove si sono staccate due slavine a distanza di pochi minuti. Il primo distacco ha coinvolto tre persone, tutte estratte vive grazie al pronto intervento degli sciatori che si trovavano nell’area dell’incidente. Il secondo, invece, ha coinvolto altri due alpinisti, anch’essi tratti in salvo.

Nessuna persona tra quelle coinvolte è in pericolo di vita, ma una donna è stata elitrasportata all’ospedale San Martino di Belluno in codice 3 a causa dei gravi danni subiti ad una gamba. Sul luogo degli incidenti è intervenuto a partire dalle 10 l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore.

Una foto dall'elicottero Falco durante la ricognizione della zona
Una foto dall'elicottero Falco durante la ricognizione della zona

La prima valanga

Domenica mattina, verso le 10, il 118 è stato contattato da numerose persone che facevano parte di 3 diversi gruppi di sciatori (una dozzina in tutto) che si trovavano sotto la cima degli Sfornioi (zona sentiero della forcella Bella).

Il gruppo di mezzo, formato da tre persone, mentre stava superando un traverso è stato trascinato a valle dalla valanga.

Uno degli sciatori è riuscito ad evitare di essere inghiottito dal manto nevoso, mentre gli altri due sono stati trascinati per alcune centinaia di metri rimanendo sepolti sotto oltre un metro di neve. Lanciato l’allarme, tutti i presenti si sono impegnati per estrarre i sepolti che sono stati riportati in superficie coscienti.

Dopo l’allerta diramata a tutta la rete dell’Emergenza urgenza, Falco ha raggiunto la zona per una ricognizione avvalendosi anche dell’unità cinofila e del Soccorso alpino. All’arrivo sul posto le persone travolte, già estratte dalla valanga, erano tre: un uomo di 53 anni di Belluno è stato portato in codice 2 all’ospedale di Pieve di Cadore; una donna di 34 anni di Voltago Agordino, ritrovata oltre 300 metri più in basso, è stata medicata, imbarellata e trasportata dall’elicottero del Suem di Pieve di Cadore all’ospedale San Martino di Belluno con un sospetto grave trauma alla gamba (non è in pericolo di vita).

La terza persona coinvolta, anche se sotto shock, non ha avuto bisogno di cure ospedaliere ed è rientrata autonomamente.

Sulla valanga è stata trasportata da Falco una seconda unità cinofila, oltre a quella dell’equipaggio e dall’elicottero dell’Air service center, convenzionato con il Soccorso alpino Dolomiti Bellunesi e una squadra del Soccorso alpino della Guardia di finanza, per provvedere alla bonifica.

La seconda valanga

Mentre erano in corso i soccorsi della prima valanga, verso le 11 si è verificato un secondo distacco sempre a passo Cibiana, nella forcella Ciavazole, dove si trovavano due gruppi di scialpinisti (formati da 3/4 persone ciascuno). Uno stava scendendo, mentre l’altro stava salendo. In questo caso sono rimaste coinvolte due persone (una per gruppo), che sono state trascinate per circa 400 metri senza rimanere sepolte. I compagni li hanno poi aiutati ad uscire dalla neve. Uno dei due è un uomo di 45 anni residente in provincia di Belluno, che è stato elitrasportato in codice 2 all’ospedale San Martino di Belluno. La seconda persona, invece, è rimasta illesa.

Su questo distacco, è stato portato personale del Soccorso alpino di Pieve di Cadore, raggiunto poi da quello della Guardia di finanza al termine della prima bonifica.

«I soccorsi hanno verificato che non ci fossero altri alpinisti inghiottiti dalla valanga», afferma Pierpaolo Bianchi, vicesindaco di Cibiana di Cadore. «In entrambe le valanghe contiamo feriti, ma nessuno è in pericolo di vita per fortuna».

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