Migliaia di animali e salvaguardia dell’ambiente: che cosa succede in inverno allo zoo di Lignano
Attualmente sono quasi cento le specie ospitate nella struttura, che riaprirà il primo di aprile: «Il visitatore cerca sempre di più di vivere delle esperienze»
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Quarantotto anni di attività eppure è sempre più attrattivo. Il Parco zoo Punta Verde riaprirà il prossimo 1 aprile con tante novità, dopo un inverno di relax per gli animali. Il direttore della struttura, Maria Rodeano, racconta i giorni in cui non ci sono visitatori.
«Durante il periodo di chiusura – spiega – gli animali vengono accuditi giornalmente come se lo zoo fosse aperto al pubblico. I guardiani proseguono la loro routine concentrandosi sugli animali, che sicuramente all’inizio apprezzano il silenzio, dato dall’assenza dei visitatori. La riapertura del parco, tuttavia, risulta essere una grande forma di arricchimento per le specie ospitate. I visitatori, infatti, fungono da stimolo per gli animali permettendogli di manifestare il loro completo repertorio di comportamenti naturali».
Il numero dei guardiani varia nel periodo invernale?
«Il personale impegnato nella cura del parco non varia numericamente perché tutti gli animali sono sempre presenti e si coglie l’occasione di svolgere interventi di manutenzione mirati a migliorare l’esperienza di visita del pubblico. Tutti i guardiani partecipano anche a corsi di formazione per aumentare il loro grado di professionalità».
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Quanti animali ci sono ora?
«In totale sono circa un migliaio, per un totale di quasi cento specie».
Com’è cambiato il parco da quando è stato creato a oggi?
«Dal 1979, anno di apertura, a oggi, si è totalmente trasformato. La proprietà ha investito tempo e risorse per migliorare gradualmente il sito, anno dopo anno, fino ad arrivare all’attuale sistemazione e dotazione strutturale-organizzativa volta a educare e sensibilizzare i visitatori a una maggiore conoscenza e rispetto nei confronti della natura. Per garantire alti livelli di benessere il parco, anno dopo anno, rinnova le strutture che ospitano le differenti specie privilegiando il mantenimento di quelle coinvolte in progetti di conservazione al fine di contribuire attivamente alla salvaguardia delle stesse nei luoghi di origine attraverso il supporto economico e di know how. Alcuni esempi sono il panda rosso, le giraffe, i leopardi delle nevi, la tigre siberiana, i lemuri e molti altri».
E il pubblico cosa cerca?
«Le esigenze del pubblico sono cambiate perché è cambiato il contesto sociale e culturale in cui viviamo. Il visitatore oggi cerca sempre di più di vivere delle esperienze e tutta la squadra del parco ogni anno si impegna a proporre attività nuove, da svolgere in autonomia o guidati dal personale del dipartimento didattico. Sono molti i visitatori che colgono l’occasione di abbonarsi per poter usufruire di una visita durante il periodo di apertura al fine di apprezzare lo zoo in diversi momenti della giornata e della stagione e beneficiare così del grande patrimonio botanico che garantisce aria pura e zone ombreggiate, in modo particolare durante la stagione calda».
Qual è il ruolo moderno dello zoo?
«L’educazione alla conservazione, ossia l’impegno a sensibilizzare e connettere le persone alla natura, incoraggiando comportamenti sostenibili a favore della salvaguardia della biodiversità. Il Parco zoo Punta Verde si impegna a educare il proprio pubblico attraverso programmi specifici. Da più di 20 anni è attivo il dipartimento didattico, che offre visite guidate, laboratori per i bambini e i ragazzi che frequentano gli istituiti scolastici».
Ultimamente ci sono stati fiocchi rosa o azzurri: ci sono altri piccoli in arrivo?
«Durante l’inverno non ci sono state nuove nascite e per quanto riguarda i prossimi mesi, preferiamo scaramanticamente non anticipare nulla».
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