A caccia di badanti, colf e babysitter: più di 2.400 ricerche ai 14 sportelli del Fvg

Al 30 novembre sono state registrate 2.439 domande delle famiglie. Oltre 2.600 gli accessi di chi si candida come lavoratore domestico

Giorgia Pacino

I più ambiti sono i badanti. Nella seconda regione più anziana d’Italia, dove in base agli ultimi dati Istat gli ultraottantenni superano i 4 milioni e mezzo, non stupisce che le ricerche delle famiglie si concentrino sulla figura del caregiver.

Nei primi undici mesi di quest’anno circa duemila famiglie del Friuli Venezia Giulia si sono rivolte al sistema di conciliazione integrato (Si.Con.Te.) della Regione alla ricerca di un “assistente familiare”, la definizione più corretta per indicare chi accudisce persone in tutto o in parte non autosufficienti. Le richieste non si limitano ai caregiver.

Dal primo gennaio al 30 novembre il sistema di conciliazione integrato ha registrato 2.439 accessi di famiglie e 2.605 di lavoratori. Ogni accesso coincide con una richiesta per ricerca di personale o per una consulenza, servizi che spesso vengono erogati insieme dai 14 sportelli diffusi su tutto il territorio regionale. Oltre che nei quattro capoluoghi di provincia, il programma regionale, istituito nel 2012, è infatti presente anche a Monfalcone, Muggia, Cividale, San Daniele, Codroipo, Gemona, Tarcento, Tolmezzo, San Vito e Maniago.

Il personale di Si.Con.Te. offre consulenza alle famiglie sugli strumenti che facilitano l’equilibrio fra la vita professionale e la vita familiare, ma soprattutto favorisce l’incontro tra domanda e offerta nell’ambito del lavoro domestico e di assistenza alla persona.

Più ancora della domanda delle famiglie, nel 2024 il servizio si è trovato a gestire l’offerta.

Gli accessi agli sportelli dei candidati come colf, babysitter e badanti – in maggioranza, donne – hanno superato quelli delle famiglie. Solo a Trieste e Muggia si sono messe a disposizione 479 persone, a fronte di 447 richieste delle famiglie.

A Gorizia e Monfalcone i lavoratori che si sono rivolti al servizio per essere ricontattati sono stati 405, le domande delle famiglie in cerca di personale 365.

L’incrocio il più delle volte funziona, anche se non ci sono dati certi: Si.Con.Te si limita infatti a mettere in contatto domanda e offerta, lasciando poi alle parti l’eventuale formalizzazione del rapporto di lavoro.

Unica richiesta alle famiglie – che vengono accompagnate nella ricerca della soluzione e della tipologia contrattuale più adatta alle specifiche esigenze di orario, informate sui costi e sulle possibili detrazioni e messe in contatto con uno o più candidati – è quella di seguire i canali ufficiali: contratto di lavoro domestico o collaborazione regolare tramite lo strumento del libretto famiglia.

Non è poi inusuale che le famiglie e i lavoratori si rivolgano allo sportello anche più volte in corso d’anno, dal momento che i rapporti di lavoro domestico presentano un alto turn over in ragione del rapido mutamento delle esigenze familiari: il contratto del settore può essere interrotto con un preavviso di soli 8 giorni, 15 in caso di anzianità di servizio superiore ai due anni.

La stessa famiglia, inoltre, spesso si rivolge allo sportello regionale per attivare più ricerche di assistenza riferite a persone diverse, come colf, babysitter e badanti.

Ecco allora che, da gennaio a novembre, sono arrivate circa 150 domande per colf e circa 160 per babysitter. Spesso le famiglie accedono al servizio anche soltanto per ricevere consulenza e consigli pratici per conciliare impegni lavorativi e responsabilità di cura dei propri cari, siano essi bambini o anziani non autosufficienti.

Nei primi 11 mesi dell’anno sono stati 5.360 i contatti pervenuti via telefono o via mail al Numero unico per la famiglia, istituito per dare informazioni sugli strumenti di conciliazione della maternità e paternità con il mondo del lavoro e sulle principali misure economiche nazionali e regionali a sostegno delle famiglie e della genitorialità.

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